martedì 5 dicembre 2017

Atomica Bionda - Atomic Blonde (2017) | Recensione

Atomica Bionda
Voto Imdb: 6,8
Titolo Originale:Atomic Blonde
Anno:2017
Genere:Azione / Spionaggio / Thriller
Nazione:Stati Uniti
Regista:David Leitch
Cast:Charlize Theron, James McAvoy, Toby Jones, Sofia Boutella, John Goodman

Charlize Theon in Atomica Bionda.
Charlize Theron, un nome una garanzia.
Potrei lasciar parlare il Neurone Numero 4 per ore e a ruota libera, son sicuro che direbbe solamente cose buone e giuste, tutte sensate e rigorosamente centrate sull'argomento (Charlize Theron per l'appunto). Ma io cerco di non essere sempre troppo triviale e mi obbligo ad aggiungere qualcosa in più: per esempio, comincerei col dirvi che dopo Mad Max: Fury Road, la nostra Charlize ci ha preso gusto e, anzi, ha pure alzato l'asticella. Diciamolo, l'attrice e modella sudafricana ha deciso di diventare un nuovo punto di riferimento nel mondo del cinema action (ricordiamo anche la sua apparizione in Fast & Furious 8 nei panni di Cipher, l'antagonista della Famiglia Toretto). Per anni Charlize ha cercato un soggetto che la ispirasse, alla fine si è trovata per le mani i diritti della graphic novel The Coldest City di Antony Johnston e Sam Hart del 2012, ha cacciato i soldi diventandone produttore, si è presa il ruolo da protagonista, ha scelto il regista e ha iniziato a menare tutti fin dalla pre-produzione.
Alt! Menare tutti?
Ci si mena come fabbri.
Eh sì, qui ci si picchia di brutto ed è il secondo grande motivo per guardare questo film. Il primo neanche ve lo esplico perché è lapalissiano. Ci sarebbero anche un terzo ed un quarto motivo per cui varrebbe la pena guardarlo, così come un quinto. Poi, tranquilli, vi dico anche cosa non ha funzionato, perché se è anche vero che mi sono esaltato come una bestia, è successo pure che mi fossi annoiato, e viste le premesse questo non sarebbe dovuto succedere. Procediamo con ordine ed inquadriamo la storia: di cosa parla Atomica Bionda? Lo prometto, cercherò di essere sintetico con la trama, per un paio di motivi che capirete più avanti.
Berlino, 1989, pochi giorni prima della caduta dell'omonimo muro. Un agente inglese del MI6, James Gascoigne, viene brutalmente assassinato da un agente russo del KGB perché in possesso de La Lista, un microfilm che contiene l'elenco di tutti gli agenti segreti operativi nella città. Per sistemare le cose e scovare Satchel, un agente doppiogiochista segreto che ha venduto informazioni fondamentali al KGB, viene spedita sul campo Lorraine Broughton (Charlize Theron), agente del MI6 di livello top top-mondo. Capiamo subito di che pasta è fatta fin dal suo atterraggio: inseguita dai sicari del KBG, se ne sbarazza non senza qualche fatica e si incontra con il suo contatto David Percival (James McAvoy), un agente stabilitosi a Berlino da almeno 10 anni, ambiguo nei modi e nelle finalità (ci sarà davvero da fidarsi di lui?) ma fondamentale perché conosce ogni cosa della città. Non tiriamola tanto per le lunghe: il cammino di Lorraine è burrascoso, ne dà e ne piglia un sacco, ha pure una relazione saffica con l'agente francese Delphine Lasalle (Sophia Boutella) e dopo averne combinate di cotte e di crude è pure costretta, dieci giorni dopo, a fare una lunga e dettagliata relazione al suo capo (Toby Jones) affiancato dal responsabile della CIA (John Goodman).
Interrogatorio
Il film, dal punto di vista narrativo, si svolge infatti sull'alternanza di due piani: quello del presente, in cui una malconcia Lorraine racconta la sua versione dei fatti, e quello di dieci giorni prima, in cui assistiamo a tutti i suoi spostamenti. Il film, lo si evince da queste poche righe, è una spy-story a tutti gli effetti con intrighi e doppi e tripli giochi, sviluppati secondo i canoni del thriller. La sua caratteristica peculiare è però una virata decisamente vigorosa sull'action: non solo sparatorie, quelle ovviamente ci sono, ma tanti sganassoni sul plesso solare e calci in faccia a profusione. In questo caso, la parola d'ordine - potrà stupirvi - è: credibilità. Può sembrare strano che una magrolina come Charlize si atteggi a Tony Jaa al femminile, ma il risultato è stato davvero credibile, frutto di un training intensivo che l'attrice ha sostenuto insieme a Keanu Reeves (il quale si stava preparando per John Wick 2) e soprattutto frutto di un semplice accorgimento che rende il risultato molto più realistico: lei incassa molti colpi, si fa male e ne porta i segni lungo tutta la narrazione del film. Non è la classica eroina che passa indenne le situazioni più assurde, Lorraine è invece una combattente che soffre e sputa sangue come un comune mortale. Poi, altrettanto chiaramente, resta necessaria una bella dose di sospensione dell'incredulità in alcune scene, ma la resa per certi versi fumettosa - al di là del soggetto originale - è fortemente voluta dal regista: gamma cromatica satura, luci al neon ovunque anche dove non ti aspetteresti di vederle, colonna sonora anni '80 a manetta.
Luci al neon anche nella stanza d'albergo...
Non sembra di vivere nella Berlino degli anni '80, per chi davvero c'è stato... sembra piuttosto di vivere la Berlino degli anni '80 così come viene dipinta dall'immaginario collettivo di oggi. La differenza è molto sottile ma ha un suo senso, che capirete guardandolo. In altre parole, è come se vedeste una Berlino in un universo parallelo sempre ambientato negli anni '80 dove però l'aspetto pop viene esasperato a più riprese. Il risultato a me è piaciuto molto e ai miei occhi è certamente un valore aggiunto al film. Tornando a quanto ho scritto poche righe prima, vediamo insieme i cinque punti di forza di Atomica Bionda.

Punto 2 - Azione
Niente fan service!
Ci si butta nella vasca piena di ghiaccio per lenire il dolore.
L'ho già anticipato poco prima: il film è un gran bel concentrato di azione e adrenalina, il merito è soprattutto del regista David Leitch. Chi non è fan del cinema d'azione, difficilmente conoscerà questo regista: parte come stuntman (è stato controfigura di Brad Pitt e Van Damme), ha fatto il coreografo di molti film di combattimento e soprattutto è stato co-direttore del film John Wick (2014) e lo sarà dell'annunciato Deadpool 2. Non male, vero? Ai fini del risultato ottenuto in Atomica Bionda, conta quello che ha fatto in John Wick con il compare Chad Stahelski: prendere gli insegnamenti di un filmissimo come The Raid: Redemption (se non sapete di cosa sto parlando, fermate tutto e andate a leggere qui - poi tornate pure a leggere di Charlize) e riversarli in una produzione occidentale. John Wick, con Keanu Reeves, ha fatto il botto in tutti i sensi ridefinendo i canoni dei film azione con combattimenti e ha aperto la strada ad un tipo di cinema in cui la coreografia è ben studiata, i combattimenti resi in modo estremamente realistico, il risultato finale da applausi. Atomica Bionda non fa eccezione, anzi è un tentativo di migliorarsi ulteriormente perché riesce a rendere plausibile quello che fa l'attrice, il più delle volte senza l'aiuto di controfigure. Un enorme plauso a Charlize e a Leitch, senza ombra di dubbio. Botte da orbi ben dirette e ben rappresentate.
Punto 3 - Anni '80 e Colonna sonora
Charlize Theron e Sophia Boutella (notare i riflessi neon)
Sull'aspetto visivo ho già fatto cenno: predomina il fluo insieme a colori saturi e sparati, visivamente il film è davvero uno spettacolo. Le tinte sono generalmente fredde in ambienti bui ma sovente l'esplosione del neon rosso, verde, rosa sovrasta tutto il resto. Ma questo risultato resta debole se non è affiancato da un adeguato impianto sonoro, cosa che per fortuna qui avviene. La soundtrack è un fantastico concentrato di rock anni '80 e fra i vari nomi spiccano i Queen (con Under Pressure nei titoli di coda - ma assente nella soundtrack originale - e Killer Queen usata nel trailer), David Bowie (Cat People), i Clash (London Calling), i Public Enemy (Fight the Power), i Depeche Mode (Behind the Wheel), gli Eurythmics (Sweet Dreams) e tanti altri. Come vedete, i nomi sono più che altisonanti e la scelta delle canzoni appare quasi scontata, ma l'effetto è garantito. Se proprio posso muovere una critica, avrei evitato di usare Cat People (Putting Out Fire): scritta da Giorgio Moroder con David Bowie appositamente per il film Il Bacio della Pantera (1982), questa canzone è stata poi riutilizzata da Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria (2009) in una delle sue scene migliori, quella in cui Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent) si prepara per la sua atroce vendetta contro i nazisti. Ecco, non c'è stata resa migliore per questa canzone e lo dico pur non essendo minimamente fan di Tarantino: semplicemente, in questa sede avrei evitato.
Resta, in ogni caso, un risultato finale davvero convincente: il binomio immagini e suono hanno ricreato una splendida realtà alternativa degli Anni '80, fondendosi in una atmosfera unica nel suo genere. Certo: c'è I Guardiani della Galassia con il suo Awesome Mix 1 (e 2), e c'è Stranger Things (soprattutto la stagione 2), entrambi da questo punto di vista sono assolutamente superiori... ma Atomica Bionda si è difeso bene.
Punto 4 - Attori
Charlize Theron e James McAvoy (David Percival)
Sulla Dea Charlize Theron non dico altro, finirei con l'essere troppo riduttivo qualunque cosa decidessi di scrivere nonostante il sicuro abuso di superlativi assoluti che certamente inizierei ad usare, passo dunque oltre sottolineando come il resto del cast sia stato all'altezza. Primo su tutti James McAvoy: il suo David Percival è un personaggio memorabile, reso grandiosamente, perfetto nel suo ondeggiare tra pazzia, lucidità, amore e odio verso Berlino. Ambiguo nei modi e nell'essere, sguardo allucinato e spietato, in ogni scena ci lascia con un interrogativo: è uno stronzo totale o aiuterà Lorraine nella sua missione? La sua interpretazione qui va decisamente oltre quella peraltro impeccabile di quando è stato Charles Xavier (giovane) nella serie cinematografica degli X-Men. Ottimi Toby Jones e John Goodman (li vediamo praticamente solo nelle scene dell'interrogatorio, ma la loro presenza si fa ben sentire), sensuale e affascinante la calda Sophie Boutella, che ben contrasta l'algida presenza dell'inarrivabile Dea. Quello che resta, dopo la visione, è però la sensazione di un film completamente costruito attorno alla Theron, il resto è solo un contorno.
Punto 5 - Piano Sequenza / Long Take
Una delle fasi concitate del long take per eccellenza.
Intorno a tre quarti di film c'è una scena di circa dieci minuti, che compare anche nel trailer per qualche sequenza. Segnatevelo: questa scena vale l'intero film da quanto è ben fatta. Si tratta di un piano sequenza da spellarsi le mani in applausi scroscianti. Charlize inizia un combattimento in un edificio, scena che prosegue lungo le scale, in altre stanze del palazzo e si conclude a bordo di un'auto, il tutto sempre con la stessa telecamera che segue l'eroina senza uno stacco di visuale. Tecnicamente sarebbe più un long take, perché la scena si chiude con uno stacco di inquadratura nella stessa sequenza (l'auto che si ribalta), se invece lo stacco avesse comportato un vero cambio di scena allora sì, avremmo potuto definirlo un vero piano sequenza. Quando ho scoperto che questo long take è stato ottenuto unendo tra loro una quarantina di take (riprese) invece che con un solo lungo take, sono rimasto un po' deluso: il regista mi ha ingannato, facendomi credere di essere riuscito a fare qualcosa di memorabile come lo è stato con Hard Boiled (John Woo, 1992), The Protector (Prachya Pinkaew, 2005) o Omicidio in diretta (Brian de Palma, 1998). Poi ci ho ripensato e mi son detto: "Poco male, quello che conta è il risultato finale, roba che mi sono stropicciato gli occhi come non succedeva da un pacco di tempo..." E quindi, che vi devo dire? Fantastico lo stesso, esticazzi se c'è stato il barbatrucco in CGI. Fatevi un favore e guardatevelo.
Dopo tutti questi elogi, probabilmente qualcuno di voi si aspetterà di trovare un voto molto più alto: di solito, nelle mie recensioni funziona così. Però... c'è un però. Atomica Bionda è un film molto lontano dall'essere perfetto e soffre di qualche difetto che ne ha minato la godibilità.
I punti negativi sono grossomodo due: la noia e l'adattamento italiano.
Flashback! Volto pulito prima degli schiaffi
Il vero problema del film è la trama. Facile dire: "È un John Wick al femminile con una trama dietro", il problema è che quello che ci hanno costruito attorno è veramente... troppo. Mi spiego meglio: la storia è ricca di doppi e tripli giochi, con diversi colpi di scena (incluso il finale), però è davvero farraginosa e poco bilanciata. All'inizio si fa fatica a seguirla, complice anche l'alternanza di flashback e fast forward. Gli agenti del KGB, con la loro barba anni '80, sono tutti simili fra loro e per chi, come me, ha il potere speciale "Fisionomia NULLA" diventa un ulteriore fattore di difficoltà. Poca roba, intendiamoci, ma lo dico francamente: di tutta questa inutile sovrastruttura se ne poteva fare davvero a meno, sarebbe stato molto meglio snellire la narrazione, potare dialoghi inutili (tanto l'obiettivo era quello di fare un film di menare, giusto?), velocizzare alcuni passaggi.
Il secondo punto negativo è il solito sconfortante adattamento italiano, a partire dal titolo. Perché mettere Atomica Bionda e non Bionda Atomica, che avrebbe reso al meglio il gioco di parole del titolo inglese che fa leva su Blond / Bomb (la bomba atomica, la regina indiscussa dei deterrenti durante la Guerra Fredda)? Vogliamo parlare dell'accento forzatamente francese della doppiatrice di Delphine, irritante oltre ogni modo, ben più macchiettistica della parlantina originale della stessa attrice franco-algerina? Ma perché se c'è un francese di mezzo deve parlare come Asterix, se c'è un italiano come i legionari romani e se c'è un tedesco come Trapattoni durante la famosa conferenza stampa in cui si scagliò contro Strunz?
Sguardo intenso rivolto a Berlino Est
Preferisco non rispondere e passare oltre, scrivendo le solite righe conclusive della recensione: Atomica Bionda merita una visione? In linea di massima, dico di sì, con i soliti dovuti distinguo: dovete riuscire a superare indenni il tedio dovuto ad una trama inutilmente cervellotica, deve piacervi l'action, devono piacervi film dove ci si mena come fabbri, dovete essere in grado di esaltarvi come Tardelli nella finale dei Mondiali '82 alla visione del long take di cui sopra. Ma, soprattutto, dovete rimanere in venerazione di Charlize Theron così come farebbero Terence Hill e Bud Spencer di fronte all'enorme tavolo imbandito di Io sto con gli ippopotami, o come Il Mastro di chiavi davanti a Guardia di porta in Ghostbusters. Spero di aver reso l'idea, ora scusatemi ma devo andare a bere un Martini e a lucidare il cofanetto di Mad Max: Fury Road.


Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 4
Poteva essere interessante, oltretutto c'era da basarsi sull'omonimo fumetto senza fare tanti voli pindarici: purtroppo, a mio avviso, su schermo non funziona. Storia troppo farraginosa da seguire, con strappi improvvisi che non aiutano. Carini ma telefonati i colpi di scena.
Musiche:
8
Qui si gioca in casa, era difficile sbagliare: colonna sonora prettamente anni '80, con alcuni pezzi veramente grossi. Da ascoltare senza ombra di dubbio!
Regia: 8
L'opera prima da regista solista di David Leitch è convincente. Regia solida, bel montaggio e qualche virtuosismo (il long take tanto discusso). Le scene action sono il punto forte del film: meno male.
Ritmo: 6
Il voto è forse troppo basso, perché il film è effettivamente frenetico e adrenalinico. Purtroppo a penalizzare il ritmo è la trama, che ne affossa la fruibilità immediata.
Violenza: 6
I combattimenti sono ben fatti, resi ancora più realistici grazie al make up: volti tumefatti, ferite visibili e così via. Niente splatter, intendiamoci, ma il dolore è visivamente rappresentato in modo credibile. Tanto mi basta.
Humour: 4
Non ricordo di aver sorriso. Credo.
XXX: 6
In realtà il voto giusto è 10, basta la presenza di Charlize Theron ad ottenere un voto così immediato. Se poi ci aggiungi la scena lesbo con Sophie Boutella, la sufficienza arriva con facilità direi irrisoria.
Voto Globale: 7
Difficile dare un giudizio bilanciato al film. A me è piaciuto, anche parecchio, nonostante il tedio abbia fatto capolino qua e là. Mezzo voto in più per il long take, un vero e proprio valore aggiunto al film. Per il resto, Charlize giganteggia in lungo e in largo, portando sulle sue (splendide) spalle un intero film. Bravissima.

Punto 1










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