venerdì 13 ottobre 2017

Your Name. (2016) | Recensione

Your Name.
Voto Imdb: 8,5
Titolo Originale:Kimi no na wa
Anno:2016
Genere:Commedia, Fantastico, Sentimentale
Nazione:Giappone
Regista:Makoto Shinkai
Cast:Ryunosuke Kamiki, Mone Kamishiraishi

Attenzione! Questa recensione è un estratto della Monografia su Makoto Shinkai. Ne ho fatta una versione separata ai fini di una bieca migliore indicizzazione dei motori di ricerca. Seguite questo link per leggere l'intero articolo! LINK

Livello di spoiler: GREVE [sono costretto a spoilerare, ci sarà un paragrafo all'uopo]

[sono costretto perché voglio io]

[vi ho avvisati, eh]

[la recensione può essere letta anche da chi non vuole spoiler, seguite le istruzioni]

Il film inizia così, più o meno.
Chissà se qualche volta avete mai provato quella strana sensazione che vi fa domandare: "Ma quella persona che ho appena incrociato... l'ho già conosciuta?" Magari credete di averne intravisto un sorriso, magari state pure sperando che quella stessa persona stia pensando lo stesso di voi. Sta a voi la scelta se continuare a camminare, rimanendo col dubbio, o farvi forza per rivolgerle la parola. E se quella persona fosse davvero quella che il destino ha riservato a voi? La vita è piena di sliding doors come questa, anche se noi non ce ne accorgiamo né mai verremo a saperlo.
Il filo rosso, uno dei tormentoni di Your Name.
Ed ecco finalmente Your Name. (mi raccomando il punto finale, è parte integrante del titolo). Vi sembrerà strano, ma prima di guardarlo, nonostante mi fossi già avventurato nella visione di tutti i titoli precedenti, non ho voluto sapere nulla, non ho letto trame, non ho sbirciato recensioni né ho visto anteprime, giusto il solo trailer. Il nulla assoluto, proprio per poterlo accogliere senza aspettative di sorta o pieno di preconcetti. Dal trailer è evidente l'incredibile livello di qualità visiva (ma ci avrei scommesso un rene) e un tocco di fantastico che non guasta mai, per il resto non avevo la più pallida idea di cosa avrei visto nei successivi 106 minuti: cosa aspettarmi dal più grande incasso anime della storia giapponese? Vi dirò, ero diviso tra il non vedere l'ora di gustarmelo (La Moglie sa quanto l'ho stressata) e il timore di restare deluso, certo di ritrovare gli ennesimi difetti riscontrati in tutti i film precedenti. Se avete già visto il voto finale avete già la risposta, se non lo avete ancora visto ve lo dico ora: Your Name. è davvero un gran bel film, me lo sono proprio goduto. Perfino La Moglie è rimasta soddisfatta, il che è tutto dire.
Il paesino rurale di Mitsuha
Trama (poco spoiler, si può tranquillamente leggere)
Taki Tachibana e Mitsuha Miyamizu sono due studenti coetanei, il primo vive a Tokyo, la seconda in un paesino di montagna. Entrambi vivono con un'insoddisfazione di fondo; la ragazza, timida ed impacciata di suo, sogna di poter essere un ragazzo di Tokyo perché odia la vita troppo ordinaria del suo paesello: non c'è una caffetteria (esiste solo un distributore automatico di caffè in lattina), non c'è una biblioteca e manca perfino uno studio dentistico. Lei, per di più, vive in un tempio shintoista insieme alla nonna e alla sorellina, senza una mamma e con un papà distante dalla famiglia, troppo impegnato nella sua carriera di sindaco del paese.
Il ristorante "Il giardino delle parole", easter egg
Taki, il ragazzo, è invece una testa calda, forse troppo impulsivo, con la passione per il disegno e che lavora part-time come cameriere in un ristorante italiano dal nome "Il giardino delle parole" (proprio scritto così, non è una traduzione). Una mattina, entrambi si svegliano scombussolati, con amici e parenti che li guardano sconvolti perché il giorno prima sembravano impazziti. Purtroppo non ricordano nulla, quando si sono risvegliati è come se avessero dimenticato tutto quello che è successo il giorno (o la notte prima). Quello che hanno vissuto è stato un sogno troppo vivido o qualcos'altro? Lo stesso fatto inizia a ripetersi con frequenza, anche due o tre volte alla settimana e, quando Mitsuha scopre sul suo quaderno la scritta "Chi sei?" inizia a comprendere la verità. In quei giorni così strani, lei vive nel corpo di Taki e, viceversa, lui nel suo, con le imbarazzanti conseguenze che comporta un improvviso cambio di personalità in un corpo diverso. Realizzato cosa sta succedendo veramente, i due decidono di darsi delle regole per evitare di combinare troppi pasticci: innanzitutto scrivono quello che hanno fatto durante la giornata, per mettere l’altro al corrente di quello che è successo; in secondo luogo, cercano di non interferire troppo con le rispettive quotidianità per evitare di fare danni irrimediabili. Certo è che ad entrambi la situazione giova, tanto per dire: la vita sociale di Taki migliora perché diventando meno impulsivo riesce a risultare interessante agli occhi della capocameriera Miki Okudera, bellissima ed irraggiungibile, per cui aveva una cotta; Taki (Mitsuha) riesce perfino ad ottenere un appuntamento con lei! Lo stesso avviene nel paesino dove Mitsuha (Taki) diventa sempre più popolare tra i compagni perché spigliata e "moderna", proprio lei che fino ad allora aveva vissuto divisa tra la voglia di fuggire e il senso del dovere che la tiene legata al tempio di sua nonna, sacerdotessa devota a Musubi, il dio protettore del paesino. La situazione va avanti per qualche tempo, ed entrambi iniziano, in modo del tutto assurdo ma sensato, a conoscersi meglio e a provare qualcosa che vada oltre la semplice amicizia. Ok, diciamolo: Taki si innamora di Mitsuha, anche se non sa nulla di lei, nemmeno il nome. La storia prende una bella piega quando arriva la notizia che una cometa è in arrivo nei prossimi giorni... e quando, poco dopo, Taki si rende conto che all'improvviso lo scambio di corpo con la ragazza si è interrotto, rendendo vano ogni tentativo di comunicare con lei. C'è solo una cosa da fare: muovere le chiappe da Tokyo e trovare il paesino di lei, ovunque esso si trovi... la sorpresa che troverà Taki sarà davvero sconvolgente.
Chi sei?
Commento (senza spoiler)
Commentare senza spoiler è impresa ardua, ma non impossibile. Qualche spoiler è necessario per spiegare alcune critiche che muovo al film, ovviamente a livello di sceneggiatura (ma dai?), lo rimando quindi al paragrafo successivo giusto per chi ha voglia di approfondire l'argomento. Per quanto mi riguarda, Your Name. è Makoto Shinkai all'ennesima potenza, è il punto più alto che ha raggiunto finora, è la summa di tutta la sua cinematografia e, a ben vedere, contiene la stragrande maggioranza dei suoi temi e dei suoi marchi di fabbrica, ma stavolta il regista è riuscito ad amalgamarli senza rovinare l'idea che aveva in mente. C'è il tema della comunicazione, della distanza di tempo e di luogo, c'è una sottintesa storia romantica che muove i protagonisti nella seconda metà, c'è il tono drammatico e malinconico, ci sono i treni, la pioggia e i ciliegi in fiore, c'è un richiamo a Haruki Murakami per la deriva fantastica della seconda parte, c'è la struttura circolare della chiusura della storia che si ricongiunge all'inizio... eppure, sapete cosa vi dico? È come se Shinkai si fosse divertito a giocare con chi conosce gli altri suoi film, perché Your Name. è tutto questo ma è anche un punto di rottura della sua concezione che ci ha spiattellato in faccia fino all'anno scorso. Lo è per due motivi: per la freschezza e il brio della narrazione, innanzitutto, e per una colonna sonora grandiosa che riprende proprio questo aspetto, amplificandolo grazie a delle orecchiabili canzoni pop. La malinconia cupa e agrodolce a cui ci siamo abituati viene accantonata e, credetemi, tutto il film ne giova enormemente. Le stesse voci dei personaggi non sono più un sussurro del depresso aspirante suicida, ma hanno una modulazione che riempie le orecchie, accentuata dalle parti in cui i doppiatori hanno dovuto rendere credibile il cambiamento di personalità dei protagonisti. Ah, i protagonisti: finalmente non sono più soli, ma hanno amici che partecipano alle loro vicende e in diverse occasioni si fanno in quattro per aiutarli. Non abbiamo più l'oscuro emo che vive solitario in autocommiserazione, ma personaggi più credibili per i quali finalmente anche l'amicizia ricopre un ruolo non secondario (sì, mi riferisco a Katsuhiko e Suzuka, gli amici di Mitsuha, e di Miki Okudera e Tsukasa Fujii per Taki). Un cast più allargato permette una maggiore coralità di scene, dialoghi, situazioni: se non è un enorme balzo in avanti questo, non saprei cos'altro avrebbe potuto fare Shinkai!
Il lago del paese Itomori
Per il resto Your Name., come le immagini promozionali e locandine lasciano supporre, è un film che fa molta leva sugli accostamenti degli opposti: modernità contro tradizione, vista ovviamente nella contrapposizione tra la sfavillante Tokyo e la rurale Itomori (tema già visto in 5 cm al secondo); l'ovvio scontro-incontro maschio / femmina dei due protagonisti, grazie al quale migliorano le rispettive vite facendo conoscere un punto di vista diverso; non possiamo trascurare la dicotomia futuro / passato, che per non spoilerare non spiegherò, ma che risulterà lampante nonché sorprendente per come è stata affrontata; per chiudere con l'alternanza di leggerezza e malinconia, perfettamente rappresentate dalla suddivisione in due archi narrativi ben distinti; quello iniziale, tanto divertente e brioso in cui impariamo a conoscere i protagonisti; quello finale, che perde l'innocenza e la freschezza della prima parte per guadagnare in tensione e drammaticità. Dovreste averlo capito, ciascuno di questi elementi, che potrei banalmente ricondurre allo yin e allo yang, ha un suo peso ben studiato senza che uno sovrasti l'altro. Tutte queste mirabolanti nonché sperticate lodi nei confronti di Shinkai destano però qualche sospetto: com'è possibile che una persona del suo stampo, così poco disposto a scendere a compromessi, sia rinsavita così tanto dal migliorare in un solo film? Non è che c'è per caso la mano di qualcuno che l'ha guidato? Io dico di sì, e ci speravo davvero tanto, perché se il risultato è stato questo film, cazzo, dico che costui ha fatto un signor lavoro. Gli indizi portano al nome di Genki Kawamura, la cui supervisione ha permesso un controllo dell'intera produzione durante il processo creativo, forse anche più di quanto lo stesso Shinkai ha ammesso in una bella intervista su Animeclick che consiglio di andare a leggere. Sto parlando di uno dei produttori di The Boy and the Beast (2015, Mamoru Hosoda), un film di cui sentirete parlare anche in questi lidi perché fra i migliori di quell'annata. Grazie Signor Kawamura, ti devo un enorme favore.
Soliti strepitosi giochi di luce.
Purtroppo Your Name. non ha preso 10 - voto che avrei dato se avesse raggiunto la perfezione, cosa che non è stata. Dove ha toppato? Rimandando alcuni approfondimenti al paragrafo successivo, altamente spoilerante, in questa sede posso semplicemente parlare di scarsa innovazione dello spunto iniziale, di una sceneggiatura zoppa in un paio di snodi cruciali dei quali posso dire che Shinkai abbia effettuato una grave forzatura nei confronti dello spettatore (sì, ha giocato sporco), e del suo smodato nonché ridondante uso di simbolismi senza i quali non si può ritenere soddisfatto.
Body swap: hai voglia a chiamarlo cliché, l'espediente narrativo dello scambio di personalità risale ad un romanzo F. Anstey del 1882, Vice Versa, e da allora in tv, sui libri e nei film ne abbiamo visto a iosa, manga inclusi, per farvi un'idea date un'occhiata a questo elenco (link esterno). Confesso di aver avuto, nei primi minuti, il timore di assistere alla sua ennesima variante, ma ammetto che per fortuna il colpo di scena che avviene più o meno a metà narrazione spariglia le carte e rende la storia molto più interessante. Shinkai non ha inventato nulla - non si può dire che l'originalità sia il suo punto forte - ma ha mescolato elementi noti e abusati tirando fuori una storia meno banale di quanto le premesse lasciassero presupporre. Peccato che nella preparazione del colpo di scena più grosso si sia scelto di barare; lo spettatore non se ne rende veramente conto durante la visione in quanto rapito dalla storia e dai disegni, ma a mente fredda, nel ripensarci, è impossibile non notare alcune evidenti incongruenze che inevitabilmente faranno storcere il naso. Infine, parliamo dei simboli: premesso che io preferisco il "non detto" allo spiattellamento, in tutti i suoi lavori Shinkai dissemina indizi grossi come baobab tanto da risultare goffo e pedestre, anche Your Name. non è esente da questo difetto. Parliamo del filo rosso? Lo vediamo fin dall'inizio, nei titoli di testa accompagnati da una bella canzone, che trasforma quella sequenza in una pseudo-sigla simile a quelle delle serie televisive; il filo rosso diventa quello che lega Taki e Mitsuha, è lo stesso che annoda i capelli a coda di cavallo della ragazza (è l'espediente narrativo che ci fa capire quando c'è lei nel suo corpo e non il ragazzo), è lo stesso che in una sequenza diventa un cordone ombelicale ed è, soprattutto, quello che viene evocato dalla nonna quando fa il discorso su(l) Musubi.
Musubi e l'intreccio
Avendo imparato a conoscere Shinkai, ho subito avvertito che quella scena sarebbe stata la chiave di lettura dell'intero film. Musubi è il dio protettore del paesino di Mitsuha, ma è anche un concetto più astratto che indica il legame che può esistere tra due persone (si ritorna alle immagini iniziali), così come lo scorrere del tempo rappresentato dai fili intrecciati che diventano corda. Musubi di qua e Musubi di là, capisci che questo è il concetto più importante del film ed è la sua chiave di lettura nonché il principale motore degli avvenimenti; non è la cometa a combinare disastri, ma è Musubi. Afferrato questo concetto, che ammanta di misticismo (andiamo proprio oltre la fantascienza), l'autore forza gli eventi e li riconduce con, a mio parere, eccessiva facilità al sovrannaturale. Continuando con lo smodato uso di simbolismi, ha infarcito di scene ed intermezzi con porte che si aprono o si chiudono: treni, metropolitana, porte di casa, i fusuma (porte scorrevoli decorate), tutto scorre e tutto rimanda a Sliding Doors, non tanto il film (o non solo) quanto al concetto di biforcazione o bivio del destino. Shinkai adora essere pesante e ripetitivo nelle sue metafore, diciamolo chiaramente. Prima di passare alle vere e proprie bordate spoileranti su quelli che secondo me sono i difetti di Your Name., tengo a precisare che le magagne che ho appena elencato sono un voler andare a cercare il pelo nell'uovo, perché sono davvero marginali e di poco conto, ma non posso fare a meno di notarle in un film che, se non ne avesse abusato, avrebbe raggiunto un equilibrio davvero mirabile.
Commento - approfondimento (con spoiler!)
Lo ribadisco, qui si spoilera a manetta, quindi se non volete rovinarvi la sorpresa andate dritti al paragrafo successivo!
Mitsuha
Come scrivevo poche righe prima, Your Name. ha due grossi difetti che hanno fatto sì che io abbassassi la sua valutazione finale, nonostante nella sua globalità sia uno dei film che più ho apprezzato negli ultimi tempi e che consiglierei a chiunque abbia un minimo di interesse nell'animazione giapponese. Per capire di cosa sto parlando, un cenno sul colpo di scena che dà la svolta principale all'intero film. Quando Taki capisce che lo scambio di corpo non è più avvenuto e che quindi deve essere successo qualcosa, in preda alla sua ossessione decide di andare a cercare Mitsuha, avendo come unico indizio il disegno di un ricordo, il lago di Itomori. Taki, accompagnato da Miki e Tsukasa, arriva sul posto e, non senza fatica, scopre la terribile verità: il paese di Mitsuha non esiste più, tre anni prima, durante il passaggio della cometa Tiamat, un asteroide se ne è distaccato e ha colpito proprio Itomori, causandone la distruzione e la morte di gran parte degli abitanti. Con orrore di Taki, Mitsuha figura tra le vittime accertate. Qui il ragazzo realizza che lo scambio di personalità non comportava solo un balzo di luogo, ma anche di tempo, fino a tre anni prima! Cosa fare per porre rimedio? La risposta si trova nelle parole della nonna di Mitsuha, più precisamente in Musubi, la divinità protettrice del paese e il cui tempio è una sorta di punto di congiunzione delle varie linee temporali. Bevendo del kuchikamizake, un sakè speciale ottenuto mediante un rito a cui la stessa ragazza aveva partecipato, Taki riesce a varcare le linee del tempo e dello spazio per ricongiungersi, anche se solo brevemente, a Mitsuha, in modo da avvisarla del pericolo incombente. Il risveglio diventa per la ragazza una disperata corsa contro il tempo per convincere l'intero villaggio a salvarsi dalla catastrofe.
Treni pure qui...
Da queste righe, per come ve l'ho messa, possono risultarvi evidenti i due grossi problemi di sceneggiatura: il primo non è un errore, ma un atto scientemente voluto da Shinkai, ovvero la non reazione di Taki (ragazzo del futuro) di fronte alla notizia dell'arrivo della cometa; è impossibile che non possa ricordarsi di un evento così catastrofico avvenuto tre anni prima; è impossibile che non si sia mai accorto, durante lo scambio di corpi, che il tempo in cui viveva era diverso da quello attuale, soprattutto quando ha assistito alla tv la notizia dell'arrivo della cometa. Provando a rigirare la frittata in vista dell'obiezione "Non la ricordava perché al risveglio i ragazzi si dimenticano tutto, e può valere anche il viceversa", posso rispondere dicendo: ok, hai dettato questa regola, ma poi comunque non l'hai rispettata perché in realtà più volte entrambi i ragazzi hanno dimostrato reminiscenze dello scambio... ma stranamente e casualmente, mai è avvenuto con l'evento più grosso. No, questo è ingannare lo spettatore, giocando sporco. Non esiste che fai ricordare cose ed eventi a Taki e Mitsuha solo quando ti fa comodo e poi, solo per muovere la storia, tutto diventa come se fosse solo il caso o la coincidenza ad intervenire, vanificando quanto di buono è stato scritto fino a quel momento. Mi rendo conto di quanto sia difficile lavorare con i paradossi del tempo ma, proprio per questo, chiedo una maggiore attenzione nel cercare di non incappare in errori simili. Il secondo grosso problema è diretta conseguenza di quanto detto prima e, in questo caso, lo vedo più come un errore concettuale. Come cazzo è possibile l'esistenza dell'io narrante (Taki) quando più volte hai dimostrato che non può ricordarsi certe cose e che, anzi, la dimenticanza e l'oblio diventano il punto focale della parte centrale della storia? L'io narrante qui è proprio sbagliato a livello di concetto, ma Shinkai ce l'ha piazzato perché fa figo ed è un suo tratto distintivo e piuttosto che non metterlo si farebbe amputare entrambe le mani, non riesco a trovare una spiegazione più convincente. Peccato, davvero peccato!
A questo punto mi riservo di riguardare il film quando uscirà in home video con l'adattamento italiano perché sono curioso di sapere quanto queste mie obiezioni siano valide o se sono stato io a non aver capito una cippa della storia - in tal caso farò pubblica ammenda su questa stessa sede. Se poi voi avete voglia di darmi una vostra spiegazione, la sezione "commenti" è li che vi aspetta!
L'arrivo della cometa (scena iniziale, no spoiler)
Commento conclusivo (spoiler finiti, tranquilli)
Cos'altro dire di Your Name.? Una sola cosa, che è la più importante di tutte ed è il mio vero metro di giudizio: ho una voglia matta di riguardarmelo, non c'è complimento migliore che possa fare ad un film che ho appena finito di guardare. Potrei anche dire una cosa strana: di Shinkai è sufficiente vedere solo questa produzione perché è il riassunto totale globale delle sue tematiche; se poi avete voglia di divertirvi a scoprire come in realtà il regista si sia divertito (o l'abbiano obbligato, il sospetto non mi abbandonerà mai) a de-costruire i suoi marchi di fabbrica ottenendo un lungometraggio che va in antitesi rispetto alla sua visione finendo col superarli tutti, allora non vi resta che riscoprire anche le sue produzioni precedenti. Per quanto mi riguarda, posso dire che il suo percorso di crescita l'ha compiuto tutto e che non credo riesca a superarsi nuovamente... ma sono pronto ad essere sonoramente smentito, anzi non vedo l'ora. Your Name. è senza dubbio uno dei film del 2016 da ricordare nel tempo, insieme a Silent Voice.
Nota di colore:
Come è noto, Shinkai è famoso per la fedeltà nella ricostruzione di fondali e scenografia, perfettamente aderenti ai corrispettivi originali. Se andate su questo sito, potete trovare foto di posti reali, le coordinate per raggiungerli e le immagini della controparte presente in Your Name.. Tutto ciò è fantastico! Landmarks Used in the Movie “Kimi no Na Wa.” - Fast Japan.

Modifica giugno 2019:
Attenzione! Uscita la recensione di Weathering with you, la trovate qui!

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 7
finalmente, cribbio. Non solo il soggetto iniziale è interessante, nonostante il body swap sia un cliché usato e stra-abusato in molti manga e anime (per non parlare della filmografia occidentale anni '80), ma la sceneggiatura questa volta non si perde per strada e nonostante alcuni buchi / errori / prese in giro (chiamateli come volete) colossali, porta il lavoro a casa.
Musiche: 8
qui il secondo vero cambio di registro; quello del tono (non solo drammatico ed opprimente, ma anche frizzante almeno nella prima parte) si riflette sull'atmosfera musicale. Basta pianoforte strimpellato - non se ne poteva più - ma ecco una vera soundtrack fatta come si deve, con pezzi pop (uno quasi rock) e delle canzoni godibili e che ben si adattano alla storia. Il merito è dei Radwimps, banda rock giapponese a cui il regista ha chiesto di comporre ed eseguire le tracce principali.
Regia: 9
Il top, fino ad ora, raggiunto da Shinkai. Your Name. è veramente il punto più alto raggiunto dal regista. Il passo successivo è migliorare nelle animazioni dei personaggi, non ancora ai livelli dello Studio Ghibli, ma per il resto... Shinkai c'è!
Ritmo: 7
brioso, frizzante, rallenta nella seconda parte, ma l'attenzione resta viva per scoprire come potrebbe andare a finire. Mai noioso, detto a Shinkai è davvero un complimento enorme. Per me c'è lo zampino di qualcun altro, mi sono spiegato più in dettaglio nel corpo della recensione.
Violenza: 5
poco da segnalare
Humour: 6
incredibile, c'è pure qualche scena che strappa più di una risata! Makoto, sei proprio tu?
XXX: 1
nulla da segnalare, un punticino in più per la gag umoristica che si ripete in più scene. (è ovvia, non vi dico cosa però)
Voto Globale: 8,5
Potevo dargli nove, a ben pensarci, ma per diversi motivi lo ritengo un voto eccessivo (come lo era per Silent Voice, ma lì l'immedesimazione è stata tale per cui me ne sono sbattuto la ciolla e gliel'ho dato lo stesso). Sicuramente Your Name. è un film riuscito, con un bel ritmo e una storia gradevole ed interessante, intenso ma non pesante, romantico il giusto ma senza essere sdolcinato, con diversi picchi memorabili per resa visiva ed emotiva. Non trovo un motivo valido per cui non dovreste vederlo, può piacere tantissimo o poco, ma è uno dei film più significativi degli ultimi anni. Non è un film impegnato o con messaggi sociali ben definiti, è evasione allo stato puro ma, porco cazzo, è fatto dannatamente bene.

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