martedì 14 luglio 2015

Frankenstein's Army (2013) | Recensione

Frankenstein's Army
Voto Imdb: 5,3
Titolo Originale:Frankenstein's Army / Army of Frankenstein
Anno:2013
Genere:Horror
Nazione:Paesi Bassi
Regista:Richard Raaphorst
Cast:Karel Roden, Joshua Sasse, Alexander Mercury, Luke Newberry


"Ti vedo palliduccio! Un colpo di martello e mezzo giro di vite, e sei come nuovo!"
Inutile nasconderlo: il found footage, come stile, ha sfracellato la minchia. Ma tanto. Detto brevemente, è quella tecnica registica usata specialmente nei mockumentary ("falso documentario", riprese fittizie che vogliono sembrare reali, come un vero documentario) in cui il video viene ripreso in prima persona da uno dei personaggi e montato in mondo (fintamente) grezzo per simulare il ritrovamento della telecamera. Solitamente chi effettua le riprese fa una brutta fine, e il video è l'unica testimonianza delle sue tragiche disavventure. Per rendere più realistica la ripresa, la colonna sonora è praticamente priva di musica (se non quella eventualmente presente nella scena ripresa), e viene enfatizzato l'effetto sonoro. Questa pappardella per dire che, sì, anche Frankenstein's Army ricade in questo genere. Usato spesso per film con basso budget, il found footage è un ottimo espediente per mascherare la pochezza di mezzi, a volte anche di idee (in fondo, basta prendere una telecamera barcollante, aggiungere urla agghiaccianti a cazzo, muovere in modo convulso suddetta telecamera come se l'operatore fosse posseduto dal Morbo di Parkinson - da questa definizione scaturisce il termine di Parkinson-Camera - e l'effetto è presto ottenuto). Nella storia recente e meno recente, basta citare The Blair Witch Project (1999) come uno dei più famosi esponenti di questo filone: insulso film basato sul TEDIO, con cinque (dicasi cinque) ottimi minuti finali, tradotti in una colossale presa per il culo mondiale a cui la gente (io me medesimo incluso, s'intende) abboccò grazie all'enorme hype generato su Internet in quegli anni. In effetti quel film non sfigurerebbe in un manuale di marketing (non certo in uno di cinematografia). Quasi una decade dopo, grande successo hanno riscosso film come l'inquietante Diary of the Dead (2007, di George Romero, sempre pronto a sperimentare nuove strade per riproporre lo stesso film all'infinito) lo spagnolo [REC] (2007, scusate non trovo il font del pallino  che fa parte del titolo completo e non ho voglia di fare copia & incolla da Wikipedia, ndGP) e gli americani Paranormal Activity (2007) e Cloverfield (2008). Poi, non posso non menzionare il qui recensito nonché ben riuscito Troll Hunter (2010).
Zombot infuocato con elica!
Dopo questa pappardella, addentriamoci nel mondo di Frankenstein's Army. Le cose da dire alla fine non sono tantissime: è un film a basso budget, e lo si era capito dall'introduzione; è olandese; è l'opera prima del regista, nonché ideatore, sceneggiatore e responsabile degli effetti speciali Richard Raaphorst; e, soprattutto, ha a che fare con il sotto-filone degli zombie nazisti, qui inseriti in un contesto più steampunk. Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e una truppa russa capitanata da Viktor è in missione in un punto non precisato della Germania Orientale: i russi stanno cercando dei compagni da salvare, dispersi in terra nazista. Il loro peregrinare è documentato da una telecamera portatile (chi non ce l'aveva nel 1945?) su diretto ordine di Stalin. Presto la truppa si imbatte in un villaggio dove si intuisce che qualcosa di malsano si sta aggirando nei dintorni. I cadaveri non sono propriamente rassicuranti: lame e strani aggeggi sono orrendamente attaccati ai corpi. Quando i protagonisti si addentrano nelle catacombe della chiesa, scoprono un vero inferno dantesco. Orrendi soldati nazisti privi di vita ma assemblati con parti di macchinari, eliche, lampade, spade e schifezze simili li attaccano, portandoli al delirio e alla follia. Dietro queste marcescenti creature bio-meccaniche c'è il diretto discendente del Dottor Viktor Frankenstein, il quale nella sua lucida follia sta per compiere il suo esperimento definitivo: unire i cervelli di un soldato comunista e di uno nazista per creare la macchina da guerra definitiva!
Su, da bravo, fai ciao con la manina! Sei ripreso!
Da queste poche righe è facile capire a cosa sta andando incontro l'ignaro spettatore di questo film. Diciamolo, non è per cuori deboli. Niente di terrificante, ma in alcune scene lo splatter la fa da padrone, riempiendo la scena e le inquadrature, che si soffermano su particolari ributtanti come cervelli asportati ed interiora pronte per cucinare la trippa con spezzatino. Frankenstein's Army è un film di nicchia che strizza l'occhio all'appassionato di horror e splatter, e schifa tutti gli altri telespettatori (che ricambieranno con gusto il sentimento). Il film in sé soffre di tutti i difetti del filone cui appartiene: la prima metà è di una noia allucinante, e serve soltanto per presentare i protagonisti. Che, purtroppo, non sono tratteggiati in modo efficace. Vediamoli insieme:

  • Il vecchio comandante, incartapecorito e mezzo rincitrullito, destinato a fare una prematura e orrenda fine; il suo scopo è semplice: in un certo momento della narrazione deve per forza avvenire il rito della scelta di chi prenderà il comando. Decisione che solitamente scontenta tutti se il prescelto non diventerà un eroe. Vi permetto quantomeno di dubitare su questa conclusione ovvia e scontata...
  • L'addetto alle riprese, che prende il suo incarico come una Missione Suprema, con innaturale e poco realistico disprezzo della vita propria e dei suoi commilitoni pur di ottenere il filmato che deve entrare nella Storia. Oggi se la sarebbe cavata con un drone, rovinando tutto il pathos del cronista che prova sulla propria pelle sventure assortite. Ma volete mettere gettarsi in trincea, nel mezzo di automi assetati di sangue, imbracciando una telecamera portatile russa del 1945?
  • Il graduato polacco, l'unico fra tutti dotato di buon senso. Peccato che abbia il terribile difetto di non essere russo: per questo motivo, è malvisto da tutti i commilitoni. Ovviamente è l'autocandidato a prendere il posto del vecchio comandante... immaginate la gioia degli altri nel dover sottostare a lui.
  • Il soldato sbarbatello, gli occhi sempre sbarrati dal terrore, che non può mai mancare in questi gruppi così male assortiti.
  • Il panzer di colore / meticcio. In tutti i film americani, il personaggio di colore è uno di quelli che muore subito. Questo è un film europeo, ma... nessuna sorpresa, accade quasi lo stesso.
  • Lo schizzato fuori di testa violento che odia tutti e che contesta in successione: il polacco perché è polacco e giustamente gli stanno tutti sul cazzo; il cameraman perché è ebreo; il panzer perché è di colore; lo sbarbatello perché è inutile. Anche lui si autoproclama a comandante del gruppo: d'altronde, quale candidato migliore per tirare TUTTI fuori dai guai? Ehm...

Da questo breve elenco, è palese che non ci sia niente di troppo nuovo o interessante. Il gruppo funziona quel poco che basta per portare avanti la narrazione fino alla mezz'ora finale, in cui succede di tutto e si verifica anche un (piccolo) colpo di scena. L'unico personaggio degno di nota, a livello di caratterizzazione, è Viktor Frankenstein Jr, ma non è che ci voglia un genio della penna per tratteggiare una mente allo stesso tempo superiore e folle, e totalmente incapace di discernere fra giusto e sbagliato. Per Viktor Jr. conta solo il risultato dei suoi esperimenti.
Esempio della cura riposta nel design degli Zombots!
La cosa più evidente dell'intero film è che gran parte del budget sia stato speso nel design e nella realizzazione dei soldati nazisti: solo leggendo i titoli di coda si scopre che hanno un nome (Zombots) e che ciascun Zombot presente ha un proprio nome che lo identifica. La maniacalità del regista risalta grazie a questa enorme cura dei dettagli. Va detto che la resa degli Zombots è davvero egregia e trasmette ottimamente il senso del grottesco e del delirio mentale di Viktor Frankenstein Jr. Diciamola tutta: gli Zombots sono l'unico motivo per cui guardare questo film. Sulla regia non mi sbilancio più di tanto: la Parkinson-Camera domina, le immagini sono a volte pulite, a volte ingarbugliate; il montaggio è atroce anche se voluto, dal momento che rispetta lo stile del found footage; la recitazione è così così. L'unico attore degno di nota è Karel Roden (Viktor Frankenstein Jr.), che abbiamo visto in Hellboy (nel ruolo di Grigori Rasputin) e in The Bourne Supremacy (nella parte di Gretkov). Il resto è fatto di attori emergenti o di terzo piano. Chi ama trovare diverse chiavi di lettura in un film e solitamente passa il tempo a domandarsi: "Cosa avrà voluto comunicarci, il Regista?", è meglio che si rivolga altrove. Non c'è traccia di critica sociale o insegnamento morale: c'è soltanto la voglia di stupire toccando il tasto dell'orrore e del grottesco. Diciamo piuttosto che il film è più un lungo esercizio di stile di Raaphorst, che in precedenza ha lavorato sugli effetti speciali di alcuni film di Paul Verhoeven - mica pizza e fichi.

In conclusione, Frankenstein's Army è un tentativo di horror europeo non particolarmente riuscito nella sua globalità, ma che ha alcuni aspetti meritevoli di attenzione e di qualità superiori alla media. Qualcuno ben prima di Raaphorst ha delineato gli stilemi dell'horror mockumentary, e il Nostro non ha fatto nulla per allontanarsi dai sentieri sicuri già tracciati. In più, in questo caso specifico, è purtroppo necessario un enorme sforzo di sospensione dell'incredulità (bisogna accettare che nel 1945 si usassero telecamere portatili in grado di registrare a colori in ottima qualità: per me è stato uno sforzo ben maggiore di quello di accettare l'esistenza di mostri patchwork con eliche al posto della testa e in divisa nazista...) Per lo spettatore medio o generalista il film sarà inevitabilmente una bocciatura senza appello; per malati di mente come il sottoscritto potrebbe invece riservare qualche momento di visione disimpegnata. Promosso o bocciato? Perbacco, leggi il pagellone!

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 4,5
L'originalità di trama e sceneggiatura latita. Pochi guizzi nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi, nessun tentativo di cambiare le regole dello stile cui il film si attiene in modo didascalico.
Musiche:
0
Come spiegato in sede di recensione, la colonna sonora è pressoché assente, dal momento che un found footage con le musiche risulterebbe poco credibile...
Regia: 5,5
Odio lo stile del found footage, detesto la cinepresa traballante, non sopporto il montaggio fintamente-a-cazzo-di-cane che mi rende la visione poco organica. Avrei dato un voto anche più basso alla regia, se non fosse che nella mezz'ora finale il film s'impenna.
Ritmo: 6
Come spesso mi succede, devo fare una media: la prima parte è davvero soporifera (4), la seconda decolla e conduce brillantemente al finale (8). Probabilmente la media andrebbe ponderata, perché i minuti soporiferi superano quelli con più ritmo... ma non esageriamo!
Violenza: 7,5
Alcune scene sono decisamente splatter, gli Zombots sono mostruosi e degni frutti di un vero malato di mente. C'è chi si aspettava anche di più, personalmente mi dichiaro soddisfatto di quanto visto.
Humour:
5
Qualche Zombot è dotato di una inventiva particolare che mi ha strappato un mezzo sorriso. Per il resto, il film è decisamente serio.
XXX: 0
Nulla da segnalare.
Voto Globale: 6
Oggi mi sento generoso e do la sufficienza piena ad un film con molte lacune ma che punta tutto su un aspetto visivo malsano e grottesco, reso in modo particolarmente efficace. Si tratta del classico: "Ha le potenzialità, ma non si è applicato abbastanza."

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