lunedì 29 aprile 2013

Detroit Metal City (2008) | Recensione

Detroit Metal City
Voto Imdb: 6,7
Titolo Originale:Detoroito Metaru Shiti / デトロイト・メタル・シティ
Anno:2008
Genere:Commedia / Demenziale
Nazione:Giappone
Regista:Toshio Lee
Cast:Kenichi Matsuyama, Rosa Kato, Gene Simmons

Johannes Krauser II vs Soichi Negishi

Ed eccoci a parlare di una nuova (piccola) follia nipponica: Detroit Metal City (d'ora in avanti, DMC)! Nato come manga scritto e disegnato da Kiminori Wakasugi dal 2005 al 2010, nel 2008 DMC approda sia al cinema con l'omonimo film (oggetto di questa recensione) che nel mercato dell'home video con 12 episodi in animazione (OAV, Original Anime Video) di 13 minuti circa cadauno. Il tutto a sottolineare il successo di questa storia decisamente folle e umoristica. Sì, diciamolo subito: DMC è roba assurdamente demenziale, di quell'umorismo tipico giapponese che potrebbe far storcere il naso a molti occidentali. Premettendo che il manga non l'ho ancora letto e che quindi scriverò solo del live-action, partiamo col precisare di cosa parla veramente quest'opera.

La quintessenza del nerd.
Il protagonista si chiama Soichi Negishi, è un nerd sfigato all'ennesima potenza, ama il pop svedese, le canzoni sdolcinate e soprattutto ama essere trendy e modaiolo. Il suo grande sogno è unire questi suoi interessi: scrivere e cantare canzoni pop sdolcinate schifosamente puccettose. Dalla campagna in cui vive si trasferisce a Tokyo armato della sua chitarra, del suo entusiasmo e dei suoi sogni. Il suo motto preferito, d'altronde, è "no music, no dream", che sarà un po' il tema ricorrente di tutto il film. In università conosce Yuri Aikawa, la ragazza dei suoi sogni alla quale non si dichiarerà mai perché troppo timido ed impacciato, e Hideki Saji, studente più giovane che condivide il suo entusiasmo per la musica. Il tempo passa, i sogni restano pur sbiadendo e vediamo un salto di qualche anno (in realtà nel film sono passati due minuti): Soichi ha finito l'università, canta le sue orrende canzonette per strada e il suo unico fan è un piccolo barboncino bianco che resta inebetito ad ascoltarlo davanti al marciapiede. Ma Soichi ha un terribile segreto. Lui un gruppo musicale l'ha in realtà trovato.
LUI.
E' il frontman dei Detroit Metal City! Nel mondo underground indie del Death Metal giapponese questo gruppo sta velocemente scalando le classifiche locali e sta raccogliendo sempre più fan scatenati, esagitati e follemente adoranti. Il motivo di questo successo è dovuto a... Soichi, che quando canta per i DMC si trasforma in Johannes Krauser II, un folle mascherato esagitato che si proclama figlio del demonio, il cui cavallo di battaglia, la canzone SATSUGAI (Uccidi), recita frasi del tipo "Ieri ho violentato mia madre, domani massacrerò mio padre, perché sono un terrorista nato dall'inferno! Non ho amici né amanti perché li ho uccisi tutti. GROOOOOOOWL!". Le sue performance live sono costellate da deliranti stage-diving e assoli di chitarra elettrica eseguiti nientepopodimeno che con i suoi denti, tecnica che viene ribattezzata Krauser Teeth Guitar! Presto sul carismatico Krauser nascono decine di leggende metropolitane sempre più folli, alimentate dalla demenza dei fan più esagitati: si dice che abbia creato tutte le droghe del pianeta, che sia in grado di violentare 11 donne in un minuto, che nascendo abbia spedito sua madre all'altro mondo ed altre facezie di questo tipo. Insomma, avrete capito che suo malgrado, Soichi sia costretto a vivere una doppia vita: quella reale di tutti i giorni in cui è un timido complessato impacciato verginello, e quella dei DMC: quando sale sul palco si trasforma nel demonio in persona, grazie anche al trucco che lo fa sembrare ad una specie di Megaloman incrociato con i KISS (sui KISS ci torniamo dopo). Come ci è finito in questo pasticcio, proprio lui che in realtà odia il death metal?
La manager e le sue sigarette.
A causa della dispotica manager, che costringe lui e gli altri due membri del gruppo (sfigati anche loro, va detto per dovere di cronaca) a suonare semplicemente con la forza del terrore e delle sigarette che lei riesce a spegnere sulle fronti altrui. In tutto questo idillio idiota ci si mettono due elementi a complicare le cose: 1) Yuri, che Soichi re-incontra subito dopo un concerto dei DMC. Il nostro, nonostante il tempo passato, si scopre ancora follemente innamorato di lei. Epperò c'è un problema non di poco conto: lei odia il Death Metal, in particolare gli alfieri di questo genere, i Detroit Metal City! 2) Hideki, il giovane ex-compagno di università, sta iniziando ad aver successo fra le ragazzine con quelle merdosissme canzoni pop che Soichi tanto adora e che con le quali lui non riesce minimamente a sfondare!
Piccoli Fans
Ce la farà Soichi a conquistare il suo grande amore nonostante la sua smisurata timidezza e soprattutto nonostante il suo terribile segreto? Beh, per scoprirlo non ci resta che guardare questo divertentissimo film.
Come avrete capito da queste righe, tutto qui è demenziale e volutamente sopra le righe. I testi delle canzoni dei DMC, se estrapolati dal contesto, sono esageratamente violenti e volgari all'inverosimile (soprattutto se rapportati alla lingua giapponese, già di per sé un po' più edulcorata rispetto all'inglese - per non parlare dell'italiano); ma inseriti in questo film, nel fare da contrasto alla personalità opposta del protagonista, provoca un effetto comico e delirante allo stesso tempo. Gran parte del divertimento, lo ammetto, mi è stata generata proprio dal personaggio di Krauser. Vederlo dire e fare cose assurde sapendo chi c'è dietro suscita ilarità a tutto spiano. Il merito è tutto dell'attore, che offre un'interpretazione assolutamente perfetta per la parte. Perfino il registro linguistico e la voce cambiano tantissimo tra i due personaggi: applausi sinceri per l'attore Kenichi Matsuyama (che ha interpretato diversi live-action giapponesi di rilievo: Death Note, Gantz e Norwegian Wood, il film tratto dallo splendido romanzo Tokyo Blues - Norwegian Wood di Haruki Murakami).
La quintessenza della puccettosità *___*
Il resto del cast non è allo stesso livello recitativo di Kenichi, ma un paio di menzioni sono assolutamente doverose: ad interpretare Yuri c'è Rosa Kato, che so benissimo che non dirà niente a nessuno di voi. Diciamo però che ha un viso angelico e che dà un piccolo tocco di italianità al tutto, in quanto nata a Napoli da padre italiano e madre giapponese. All'età di 5 anni si è trasferita definitivamente in Giappone, dove inizia l'attività di modella e attrice. Carino il fatto che abbia partecipato ad una trasmissione sulla rete nazionale dal titolo NHK: Italian Conversation, fatto per chi volesse iniziare ad imparare il nostro idioma. Insomma, tutto questo non c'entra una mazza con DMC ma io adoro Rosa Kato, ecco. Peccato si sia sposata con un calciatore della nazionale giapponese (Daisuke Matsui), dimostrandosi più velina di quel che pensassi.
RESPECT!
La seconda menzione sul cast è per un personaggio fantastico che compare nel finale del film. Si tratta di Jack, il più grande metallaro di tutti i tempi, soprannominato l'Imperatore del Black Metal, che ha annunciato il suo ritiro dalle scene e che farà un ultimo Tour Mondiale con lo scopo di annientare tutte le altre band metal del mondo. Beh, ad interpretare Jack c'è, udite udite, Gene Simmons (bassista dei KISS). E, signori, vederlo conciato nelle vesti di Jack, mentre urla a squarciagola l'immaginaria hit "Fuckingham Palace", beh, mi son detto: "RISPETTO PER GENE, CAZZO!".
I collegamenti con i KISS non finiscono qui, anzi iniziano fin dal principio dal momento che il nome Detroit Metal City è un chiaro omaggio alla loro canzone Detroit Rock City.

Dopo che ho tessuto lodi quasi sperticate sul film vi starete chiedendo: sarà mica un capolavoro, questo DMC?
Purtroppo devo dirvi... di no. Il problema, alla fin fine, è solo uno, ma è grosso grosso: la regia. La produzione ha preferito non rischiare e percorrere i sentieri tranquilli di una trasposizione fedele del manga, senza però aggiungere guizzi personali che qualche regista carismatico avrebbe potuto aggiungere al prodotto. Il risultato finale, da questo punto di vista, è decisamente piatto al punto che perfino le scene dei concerti metal sono riprese proprio male. Non si raggiunge l'esaltazione parossistica che un personaggio come Krauser potrebbe garantire con la sua interpretazione. Le riprese anonime e talvolta sbagliate impediscono al film di raggiungere picchi epici. Non oso immaginare cosa sarebbe venuto fuori se la regia fosse stata affidata a Takahashi Miike: delirio puro! E lo dico pur non essendo fan sfegatato di Miike. Ancora adesso, a distanza di mesi, ho però davanti agli occhi la strabiliante resa visiva del suo film Yattaman.
La piattezza di regia purtroppo è un peccato mortale che impedisce al film di entrare nella cerchia dei cult. DMC si limita a portare il compitino a casa e si accontenta di essere un semplice film, senz'altro divertente e demenziale, ma poco altro. In questo non aiutano gli altri personaggi: esclusa la manager fuori di testa, nessuno si eleva da una mediocrità generale tipica più di un prodotto televisivo che di un prodotto da cinema.

In definitiva: film promosso, mi sono divertito decisamente a guardarlo, ma una volta finito non mi è rimasto niente dentro. Forse nemmeno era il suo scopo: peccato.

Ah, non perdetevi il contributo del Neurone Numero 4 su Rosa Kato, in fondo alla recensione!

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 6
La genialità sta più nella caratterizzazione del protagonista che nella trama, che scorre via senza guizzi e senza colpi di genio veri e propri.
Musiche: 8
Beh, sarebbe stato un crimine se un film basato su un personaggio Death Metal non avesse musiche adatte all'atmosfera! Promosso a pieni voti. Testi deliranti, growl dove serve, cameo di Gene Simmons.

Regia: 5
Assolutamente piatta e anonima, la regia è il vero tallone di Achille di questo film.
Ritmo: 6,5
Senz'altro non manca, anche se alcune scene restano troppo scollegate fra loro, difetto che si riscontra quando si decide di fare un "riassunto" di un'opera già esistente senza tentare di aggiungere nulla in più.
Violenza: 5,5
Allora. La violenza in questo caso è solo verbale. Non solo nei testi folli delle canzoni, ma anche nel linguaggio adottato da diversi personaggi, manager su tutte. Non è film per educande.
Humour: 8
Io ho riso di gusto. Questa volta sono riuscito a calarmi in quell'umorismo particolare tutto nipponico e ne sono uscito soddisfatto.
XXX: 0
Cercate altrove.
Voto Globale: 7
Nella globalità non è un film che fa gridare al capolavoro ma, cacchio, mi sono divertito un mondo a guardarlo. Tutto è retto dalle possenti spalle di Johannes Krauser II, ma ne vale davvero la pena.

Qualche immagine sull'angelica Rosa Kato! Buona visione!

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martedì 9 aprile 2013

A caccia di licantropi (2010) | Recensione

A caccia di licantropi
Voto Imdb: 4,3
Titolo Originale:Red: Werewolf Hunter
Anno:2010
Genere:Horror / Fantasy
Nazione:Stati Uniti / Canada
Regista:Sheldon Wilson
Cast:Felicia Day, Kavan Smith, Stephen McHattie


Ok amici, partiamo da questo screenshot. Perdonate la scarsa qualità dell'immagine, vi assicuro che l'ho fatta proprio io scattando una foto al televisore con il cellulare. I potentissimi mezzi a mia disposizione non mi hanno permesso nulla di meglio, perciò accontentatevi. Potevo tranquillamente dire che la scelta era deliberata, giusto per scendere al livello (infimo basso) di questo film, ma così non è: apprezzate la mia onestà intellettuale!
Bando alle ciance. Dicevo. Vi giuro che questo è il cartello italiano del film, nonché il titolo nostrano di Red: Werewolf Hunter. Sì, vi vedo con lo sguardo un po' perplesso e sono senz'altro d'accordo con voi: avete mai visto scritto "lican tropi"? No, vero? Ripetiamo tutti insieme: "Da oggi ho scoperto una cosa nuova! Non si scrive Licantropi ma Lican tropi!" Orco giuda, non si finisce mai di imparare. E, no, l'ìdea che al grafico sia scappata una barra spaziatrice di troppo e che nessuno se ne sia accorto fino alla trasmissione su Sky, non mi è passata neanche per l'anticamera del cervello.

Il cast in tutto il suo fulgore. La cosa più riuscita di tutto il film (la foto, intendo)
Di cosa parla "A caccia di lican tropi"? Il titolo quasi allegro tutto sommato mantiene le promesse (tranne l'allegria, quella proprio manca. Per tanti motivi, poi vedremo). Virginia Sullivan soprannominata "Red" (ma non perché ha i capelli rossi, quelli dell'attrice Felicia Day) ha un fidanzato e finalmente ritiene che lui sia Quello Giusto. Decide di portarlo dalla nonna e dai fratelli per fare le presentazioni ufficiali di rito. E affinché diventi "uno della famiglia", con tutto quello che ne consegue. Ma facciamo un passo indietro: il film in realtà ha un prologo fantasy che riprende la fiaba di Cappuccetto Rosso: si vede una casetta nel bosco, una allegra nonnina e una bimba (Cappuccetto Rosso, giustappunto). Cambio di inquadratura, compare un bruttissimo lupo mannaro (fatto in orrenda CGI) che sfonda la porta, ingaggia una frenetica (!) lotta con la nonna la quale, prima di morire senza un occhio e mezza sventrata, uccide la bestia con una lama d'argento (d'altronde, le lame d'argento abbondano nelle casette sperdute nei boschi). Cari amici lettori, voi che siete così astuti e intelligenti, a questo punto avrete già fatto 2+2: Virginia, guarda un po', è una discendente di Cappuccetto Rosso, e la sua famiglia ha mantenuto per secoli e secoli un terribile segreto: i lupi mannari esistono davvero, e i Sullivan sono i cacciatori di lican tropi, i loro acerrimi nemici naturali. Ora avrete anche capito perché la primogenita prende il nomignolo di Red ("Rosso"). Fico vero? Ma manco per idea! Niente suspense (anche perché avrete già sbirciato i voti in fondo alla pagina), vi anticipo brutalmente che questo film è una verammerda, di quelle agghiaccianti e brutte brutte brutte. Vi basti sapere che è una produzione americano-canadese a budget ultra-low per il canale via cavo SyFy. Sì, il canale che trasmette quelle sublimi porcate della Asylum, fra le tante. Vi sciorino un po' di informazioni giusto per delineare il mesto quadro generale di questa produzione. Tutto, a partire dalla locandina oscena, fa pensare ad un film estremamente povero di mezzi e di idee. Poi il cartello italiano fa addirittura pensare ad un film di inizio anni '80, mentre in realtà è del 2010.
Cosa non funziona in questo film, dunque?

1) La sceneggiatura.
Regista: "Voglio un'espressione da:
Voi nascondete un segreto!"
I buchi, le ingenuità e le inesattezze sono qualcosa di veramente formidabile. Permettetemi di proseguire nella narrazione, giusto per darvi un'idea. Nathan, il fidanzato di Virginia (anzi, Red), mentre gironzola per la megavillona di nonna Sullivan, s'imbatte in un vecchietto che muore davanti ai suoi occhi, dilaniato e grondante di sangue. Per poi ridursi in cenere. Arriva il poliziotto di questo paesino, e si scopre che è uno dei due fratelli di Virginia (i casi della vita). Nathan, con il suo sottile intuito da faina, si rende conto che qualcosa non va. Virginia, il fratello poliziotto e il fratello scemo che parla troppo in realtà nascondono qualcosa. Per non parlare della nonna! Per metabolizzare il trauma appena avuto, l'eroe decide di vagare senza meta nei boschi della contea (!!!). L'incontro col vecchietto, a giudicare dalla luce, è avvenuto intorno a mezzogiorno. Mentre però Nathan vaga inebetito per il bosco, è notte fonda. Misteri della sceneggiatura. Ovviamente qualcosa va storto: compare dal nulla il Vero Cattivo del film (lo si capisce alla prima inquadratura), che si trasforma in lupo mannaro e morde Nathan, che sviene. La sapete la storia dei lupi mannari, no? Chi viene morso diventa come loro. Virginia si rende conto che da un'inquadratura all'altra si è fatta notte fonda e dice: "Inizio a preoccuparmi per Nathan". Ah, beh. Lo trova, cerca di capire se è stato morso, decide di no (!!!) e lo porta a casa dove svela il terribile segreto. Il dialogo più o meno è così:
Virginia: - Noi siamo cacciatori di vampiri. -
Nathan: - Ma dai? L'avevo intuito. Ma ti amo lo stesso, eh. -
Il fratello poliziotto: - E' stato morso? Eh? Eh? - [Sguardo duro e allucinato, pronto a menare le mani]
Virginia: - No, non è stato morso! - [Poi, rivolta a Nathan] - Perché se sei stato morso, devo ucciderti. -
Goccia di sudore sulla fronte di Nathan, che chiede: - C'è un modo per capire se uno può diventare lupo mannaro? -
Il fratello scemo: - Certo, basta aspettare la luna piena! -
Il fratello poliziotto: - Oppure sparando questa freccia argentata alla persona sospetta: se è infetto, ha un principio di trasformazione! -

E sapete cosa fa il fratello poliziotto? Sapete che fa?!
SPARA AL FRATELLO SCEMO!
Così, tanto per fare una scena comica. Sparare a Nathan no, vero? Siete imbecilli o cosa? E voi, sceneggiatori di questa immondizia immane, ci state per caso prendendo per il culo?

Tutto questo nel primo quarto d'ora di film, eh. Il resto è un andirivieni di scene di combattimento con lupi mannari, primi piani del volto dell'attrice Felicia Day, scene tediose riempitive, flashback della nonna che pure lei ha un segreto nel segreto (tranquilli, quella vecchia baldracca muore), scene alternate Buoni / Rituale dei Cattivi con un montaggio frenetico quasi videoclipparo che però non fa che aumentare l'irritazione dello spettatore.
Fino all'ovvio tragico finale. Tragico non per quello che succede (che non vi racconto per non spoilerare), quanto perché... il film s'interrompe. Neanche uno stacco! Inquadratura sui personaggi, ululato, titoli di coda. In un microsecondo. Ma che merda! Scusate lo sfogo.

2) La recitazione
Fratello psicotico.
Innanzitutto il cast è davvero pietoso. Non voglio sindacare sul fatto che io sono Vittima del Bello, e che quindi se un cast è fatto di attori brutti, io mi imbruttisco a mia volta. No. Gli attori sono proprio dei cani, tutti quanti. Il doppiaggio italiano è mediamente buono (strano), ma la recitazione è una cosa assolutamente a livelli di Asilo Mariuccia. Qualcuno probabilmente mi insulterà, soprattutto i fan di Felicia Day. I più nerd simpatizzano per lei, nota a sua volta per essere una nerd gamer, e per i suoi ruoli nelle serie Buffy l'ammazzavampiri, Dollhouse e Dr Horrible's Sing-Along Blog di Joss Whedon, e in Eureka (tutti telefilm che io apprezzo). Ma io proprio non ce la faccio. Qui mi sembra proprio una Cagna Maledetta (cit. Boris).

3) Le musiche
Una sorta di electro-synth-pop-non-so cosa. Il problema è che le musiche sono messe a cazzo fra e durante le scene. Non c'è un minimo di coerenza musicale! Una cosa veramente raccapricciante. Nemmeno i telefilm di Playboy arrivano a questi livelli così profondamente terribili.

4) Effetti speciali e make-up
Bocciatura su tutta la linea, d'altronde con un budget così ridicolo era impossibile fare qualcosa di buono. Sul serio.

Bel lupacchiotto!

Il massimo dello splatter (stendiamo un pietoso velo)

Ma c'è qualcosa che si salva?
Una delle poche scene concitate.
Sì. La regia. In mezzo a tutto questo decadente squallore, il regista cerca di risollevare (INVANO, lo specifico a lettere cubitali) le sorti di un film nato e finito male. Peccato! Molte inquadrature sono ben studiate, alcune sequenze filano via lisce, e vengono anche usati tutti i trucchi del mestiere per cercare di mascherare la qualità davvero pedestre della CGI applicata ai lupi mannari. Ignoro i lavori precedenti di Sheldon Wilson, ma sicuramente un vero appassionato di film horror si ricorderà di Shallow Ground - Misteri sepolti (2004), Screamers 2 - L'evoluzione (2009) e Kaw - L'attacco dei Corvi imperiali (2007).
Mi incuriuosisce fra i suoi titoli "Snowmageddon", ha un no so che di sinistro e geniale allo stesso tempo. Penso che il giorno in cui vorrò farmi del male, opterò per questo filmone (3,8 di media su Imdb: finesse!)

Conclusioni.
Domanda: E' un film che consiglieresti a qualcuno?
Risposta: State scherzando, vero? EVITATELO come la peste!

A caccia di lican tropi è migliore o peggiore di Robotropolis?
Lo ammetto. Sono molto in difficoltà. Dentro di me vorrei che il primato di Robotropolis continui, e questa volta devo dire che la sfanga solo per un'inezia. A caccia di lican tropi non è peggiore di Robotropolis proprio per merito del regista, che ha cercato di dare dignità ad un prodotto di categoria subumana.

Appendice alla recensione.
Sono riuscito a parlare di lican tropi senza tirare fuori Twilight. Mi do due pacche sulla spalla da solo, auto-compiaciuto di questa cosa. Grazie, grazie!

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 3
Storia trita e ritrita sui lican tropi. Con l'aggiunta di Cappuccetto Rosso. Magari potevano pensare fosse un colpo di genio. Ma lasciamo stare...
Musiche: 4
Come ho già scritto nel corpo della recensione, la colonna sonora è proprio studiata male. Musiche inadatte e scelte con scarso tempismo, al punto che non accompagnano minimamente quello che si vede a schermo.

Regia: 5,5
Quasi sufficiente. Il regista si è sforzato a dare un senso a questa produzione ridicola, purtroppo senza riuscirci. Apprezzo il tentativo, ma non si può prescindere dal risultato.
Ritmo: 5
In film come questi, se non ce la fai a confezionare una buona storia, il ritmo deve essere TUTTO. Sì, è una mia legge (opinabile). Non ci siamo, il film parte bene ma a metà si perde nei meandri di una sceneggiatura inesistente.
Violenza: 5,5
Va detto. La produzione ha cercato di alzare un pochino l'asticella dello splatter, ed effettivamente c'è qualche tentativo di inserire scene forti. Peccato che il make-up è davvero povero, al punto che i manichini sono troppo evidenti. (!)
Humour: 4
Hanno messo una scena comica nell'unico punto in cui NON DOVEVANO (leggere la recensione). Detto questo, detto tutto.
XXX: 0
(brividi di raccapriccio)
Voto Globale: 3,5
A caccia di lican tropi / Red: Werewolf Hunter è una schifezza di proporzioni titaniche. Non si salva praticamente nulla. E non riesce nemmeno ad entrare nel Nirvana delle Cagate Micidiali, è veramente troppo brutto.
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