mercoledì 23 gennaio 2013

Adam Chaplin (2010) | Recensione

Adam Chaplin
Voto Imdb: 5,3
Titolo Originale:Adam Chaplin
Anno:2010
Genere:Splatter / Ultraviolento
Nazione:Italia
Regista:Emanuele De Santi
Cast:Emanuele De Santi, Valeria Sannino, Alessandro Gramanti

Alzi la mano chi ha visto Fist of the North Star (1995), il film americano di Ken il Guerriero e ha esclamato disgustato: "E' una cagata PRIMORDIALE!". Io l'ho alzata, e da allora sono sempre stato in (vana) attesa di un lungometraggio live-action che rendesse giustizia al mio mito Kenshiro. Forse che i tempi sono giunti grazie a questo Adam Chaplin

Cosa vi fa venire in mente questa posa?
Vedo molti di voi aggrottare le sopracciglia, mentre dubbiosi vi chiedete cosa minchia centri Charlot con Ken il Guerriero. Ci penso io ad illuminare le vostre ottenebrate menti. Primo, il Chaplin di Charlot è Charlie. Adam non c'entra un cazzo. Ho semplicemente fatto una battuta orrida, giusto per stare in tema col film e con la recensione. Secondo, questo è un film ITALIANO a bassissimo budget. Non esagero se dico che è costato infinitamente meno di Fist of the North Star. Terzo, ovviamente non ha nulla a che fare con Kenshiro, ma è di sicuro il film che più gli si avvicina in quanto a resa visiva, estremizzandone per altro l'aspetto splatter e sanguinolento.

A scanso di equivoci:
1) E' un film che ho catalogato come Ultraviolento. Qui ci sono litri anzi tonnellate di sangue, sbudellamenti, interiora, mutilazioni, morti non violente ma - appunto - ULTRAVIOLENTE. Una roba grottesca che può essere accostata, ad esempio, ai film più estremi di quei registi pazzi della Sushi Typhoon, il Tokyo Gore Police di Yoshihiro Nishimura su tutti. Senza dimenticare un altro film spesso accomunato a queste produzioni, Riki-Oh: The Story of Ricky (Hong Kong, 1991).
2) Non è un film per stomaci deboli. Può essere apprezzato, diciamo, da meno dell'1% di chi incappa in questo Blog. Ergo non mi sfavate la minchia a dirmi che Adam Chaplin è una cagata pazzesca: lo è, e lo sarà per il 99% della popolazione mondiale. Grazie e arrivederci.
3) E' un film estremamente povero. Ma povero povero povero. Di mezzi e di recitazione. Ma non di idee. Quelle ci sono in abbondanza, come i litri di sangue che scorrono dal primo all'ultimo minuto.

Esempio molto soft della citata ultra-violenza.
Di cosa parla Adam Chaplin?

Vedete il piccolo demone?
La trama non è lineare (non ridete), quello che vi sto raccontando è la ricostruzione di alcuni flashback che, di tanto in tanto, interrompono la narrazione del film. Adam Chaplin è un tizio dall'aspetto di un culturista. Ha una moglie che, non si sa come, ha un ultra-debito con Denny, un cattivo ultra-sfigurato che è di fatto il boss della Heaven Valley (il paese americano - non ridete - in cui è ambientata la storia). Denny cosa fa? La accoppa ultra-bruciandola viva (solo chi ha visto, può ultra-capire). Adam Chaplin s'incazza come una bestia e fa un patto con una sottospecie di demone che da quel momento in poi albergherà nella sua spalla destra. Grazie a questo patto, Adam diventa ultra-cattivo e uccide tutti quelli che gli si parano davanti finché non si sarà consumata la sua atroce ultra-vendetta.

Vi presento Denny, il cattivone.
Questa risibile trama non è che l'esile pretesto che permette al regista-attore-compositore (sì, Emanuele De Santi ha curato praticamente tutto in questo film, colonna sonora compresa) di mettere in scena dei combattimenti assolutamente folli, deliranti, violenti, splatter. Attaccateci la parola "Ultra-" a tutti questi termini e forse avrete una vaga idea di quello che ne è venuto fuori. Non a caso, il genere che più si accomuna a questo film è quello dei già citati Sushi Typhoon dove l'eccesso è l'unica vera regola cui attenersi. Il resto è irrilevante. Così come il realismo. Volete vedere un pugno che fa esplodere una testa? Eccovi accontentati! Volete vedere un tizio impalato su per il *bip* e sventolato come una bandiera? [1] Ecco anche questo! E che ne dite della fantastica Mossa dei Cento Colpi di Hokuto dove il protagonista scaglia una caterva di pugni talmente veloci che neanche li vedi - o meglio, li vedi raffigurati come una rosa di cento pugni che colpiscono simultaneamente il malcapitato - e che sfracellano il volto fino a ridurlo ad un ammasso macilento di carne? C'è pure questo, insieme ad arti spezzati, costole strappate, fontane di sangue, etc etc etc. Insomma, fate uno sforzo di fantasia e pensate a tutto il campionario del Perfetto Manuale dello Splatter.

Insomma, l'avete capito: il fine ultimo di questo film è mettere in scena gli effetti più raccapriccianti, e bearsene in pose da ultra-figo. Che vi devo dire? I ragazzi della NecroStorm in questo sono stati davvero bravissimi! Al punto che hanno sviluppato autonomamente una tecnica di riprese nominata H.A.B.S. (Hyperrealistic Anime Blood Symulation). Questa tecnica sostituisce la ridicola CGI e il ridicolo effetto spruzzo-di-sangue-rosa-che-sembra-acqua tanto cari ai giapponesi della Sushi Typhoon, e rende il risultato finale davvero convincente, come se - a detta loro - guardaste un anime splatter trasformato in film. Se lo guardate con il benevolo occhio del "accetto questo irrealistico estremismo", s'intende.

Dopo che per alcuni paragrafi ho parlato bene di alcuni aspetti di questo film, soffermiamoci sul resto, prima che veniate colti dall'irrefrenabile impulso di andare a guardarlo. Ah, mi rivolgo a quell'ipotetico 1% di cui sopra, eh.
Esempio di location povera ma stilosa.
Qui di positivo non c'è davvero nient'altro. Attenzione però: il discorso si fa spinoso, perché non è possibile non tenere conto dei pochi mezzi che la produzione aveva a disposizione. La recitazione è davvero infima, soprattutto da parte dei comprimari. Questo aspetto è però aggravato dal doppiaggio, assolutamente osceno. I produttori stessi l'hanno ammesso: un doppiaggio in studio avrebbe comportato costi che da soli avrebbero coperto i due terzi di tutto il loro budget, e per forza di cose hanno dovuto arrangiarsi come potevano. Peccato. Poi, chiaramente, pur con tutto l'entusiasmo del caso, non posso non sottolineare come il film sia infarcito di ingenuità, buchi di sceneggiatura, dialoghi da terza media, trama assurdamente esile. Non si può pretendere di ambientare il film in un paesino americano se poi gli attori parlano con accento romano-abruzzese e lasci l'inquadratura di un'auto sì modificata ma con una palese targa italiana. 

Una nota sulla distribuzione italiana: beh, non c'è. Il film è auto-prodotto e auto-distribuito direttamente dal sito della NecroStorm. Nessuno in Italia ha preso il coraggio a due mani per distribuirlo. Neanche nel settore direct-to-video. Il produttore Giulio De Santi (fratello di Emanuele) in questo è stato chiaro: il film ha avuto oltre 15.000 vendite in tutto il mondo, di cui... 40 in Italia. Ecco, Adam Chaplin è apprezzato dappertutto tranne che in terra italica. Questo dato fa molto riflettere, e in questo senso è comprensibile lo sfogo del De Santi.

Un altro cattivo (a destra) è un mix fra Ultimate Warrior e
un membro qualunque dei Kiss.
Insomma, cerchiamo di contestualizzare e relativizzare il tutto: in termini assoluti, è facile cadere nell'errore di considerare Adam Chaplin una CAGATA PRIMORDIALE. Adam Chaplin è in realtà una CAGATA STILOSA. Io per questo lo premio. Le scelte registiche ci sono. La necessità aguzza l'ingegno, no? De Santi ha scelto pochissime location, ma le ha valorizzate con discreti giochi di luci e ombre e con inquadrature atte a mascherare la povertà della messa in scena; l'atmosfera è resa ottimamente dalla tesa colonna sonora, un bel miscuglio di musiche elettroniche; certi passaggi sono volutamente lenti, per dilatare il tempo e lo spazio e... ma va a cagare! Cosa sto dicendo! Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Adam Chaplin NON vi piacerà. Io ne ho parlato bene, perché l'ho relativizzato. Con i pochi mezzi a disposizione, la NecroStorm ha tirato fuori un prodotto che... sì, diverte, nonostante i suoi enormi ultra-difetti.

Riassumo la chiave di lettura del mio pensiero:
Contestualizzato: sto parlando di nicchia nella nicchia. Di un film di difficile collocazione, non certo un horror a tutti gli effetti, ma splatter / gore.
Relativizzato: come già detto, con i pochi mezzi era difficile pretendere di più.

Insomma: un film non per pochi, ma per pochissimi. A me è piaciuto. Ultra-relativamente, s'intende.

Fonti che mi hanno aiutato:
Sito ufficiale NecroStorm
Splattercontainer - sezione Adam Chaplin

[1] Geniale citazione di un cult intramontabile, I Guerrieri della Notte. Ho detto tutto.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 3,5
No, dai, non c'è trama. Quel poco che c'è, è reso farraginoso a causa del gioco di flashback e flashforward inseriti qua e là.
Musiche: 8
Posso dirlo? Lo dico! Non me l'aspettavo! A me la colonna sonora è piaciuta abbestia. L'ho trovata davvero azzeccata per il tipo di film.
Regia: 5
Apprezzo la buona volontà. Apprezzo.le soluzioni adottate per ovviare al budget ultra-ridotto. Facciamo che 5 è la media tra alcune trovate ultra-geniali e alcune cadute di stile ultra-pietose.
Ritmo: 6
Meno indiavolato di quello che si può supporre, a causa di alcune sequenze troppo lente che un po' fanno il verso a Sergio Leone ma che mi danno l'impressione di voler allungare la brodaglia. Scusa Sergio se ti ho scomodato in questo contesto.
Violenza: 9,5
Non do 10 perché... non so, mi aspetto che qualcuno, prima poi, alzi l'asticella dell'ULTRA-VIOLENZA e così sarei costretto a dargli 11. Qui di violenza ce n'è a pacchi e in abbondanza. Quello cercavate, quello trovate in Adam Chaplin. Il resto è fuffa.
Humour: 5
Assolutamente zero humour, se non quello involontario di certe scene ingenue e ridicole.
XXX: 0
Zero.
Voto Globale: Ultra-5
Minchia. Non so davvero che voto dare, alla fine. Adam Chaplin mi è piaciuto, e questo presuppone un voto superiore alla sufficienza. Ma allo stesso tempo, è un film troppo di nicchia, troppo estremo, troppo raffazzonato. Quindi invento un nuovo voto. ULTRA-CINQUE. E' una nuova scala di valori. E' un film insufficiente, ma troppo Ultra- per finire nel limbo del dimenticatoio. Ecco.

giovedì 10 gennaio 2013

Jackie Chan: Ultra-Stunt e simpatica faccia da schiaffi! | Monografia

Stavo scrivendo la recensione di Drunken Master II e, di punto in bianco, in preda all'esaltazione, mi sono messo a buttare giù qualche riga per meglio presentare Jackie Chan, uno dei miei miti cinematografici per eccellenza. Quando le righe da quattro sono diventate quaranta, mi sono fermato e mi sono detto: "Grande Giove! O scrivo una recensione, o scrivo una monografia. Le due cose insieme porterebbero il lettore al suicidio - o al limite all'insulto facile nei miei confronti - troppe parole insieme!"
Ecco quindi che ho separato le cose. La Recensione da una parte, la Monografia dall'altra, ad inaugurare la nuova sezione Monografie / Articoli del Blog.

Jackie Chan (Hong Kong, 1954) in patria è un attore decisamente poliedrico, anzi, una vera e propria istituzione al punto che ormai è produttore di se stesso: recita, talvolta dirige, fa le coreografie, caccia il grano e spesso canta le canzoni principali dei suoi film.
Bruce Lee e Jackie Chan
Un'infanzia povera contraddistingue i suoi primi studi di danza, canto e soprattutto arti marziali, nelle quali eccelle fin da subito. Non consegue cinture di alcun colore: è semplicemente bravo. Punto. Inizia come stuntman nei film di Bruce Lee dal quale impara tanto al punto da sviluppare uno stile proprio, studiato appositamente in modo da risultare l'esatto opposto di quello del suo mito. Successivamente diventa attore a tutti gli effetti, anche se deve sudare parecchio prima di vedere il successo. Nel 1976, per esempio, partecipa al film Hand of Death di John Woo, che si rivela però un fiasco clamoroso di critica e incassi. Questa nota di colore è importante perché accomuna per la prima volta due mostri sacri del cinema di Hong Kong, anche se a quei tempi non erano ancora stati baciati dal successo.
Jackie ottiene il primo grande successo nel 1978 con Drunken Master che già allora presentava alcune caratteristiche che in seguito sarebbero diventate dei veri e propri marchi distintivi di Jackie Chan, primo su tutto il tono scanzonato da commedia farsesca dove tutti si fanno male ma nessuno (o quasi) muore.

I trade-mark di Jackie Chan
Perché Jackie Chan ha avuto così successo al punto da essere considerato un vero e proprio mito? Ci sono diversi fattori comuni a quasi tutti i suoi titoli, diciamo a partire da metà anni '80 in poi, che lo caratterizzano in modo quasi unico.
  • I suoi film sono costellati di acrobazie assurde eseguite in prima persona senza aiuti esterni (ergo senza gli stramaledettissimi cavi), senza CGI e senza stuntmen. Ad ogni film Jackie alza l'asticella della spettacolarità e soprattutto della pericolosità dello stunt. Su questo aspetto tornerò in seguito: è il succo di Jackie Chan, ed è il vero motivo per cui mi metto a guardare i suoi film in preda ad esaltazione mistica e bavetta alla bocca.
  • L'azione è serrata ma è totalmente inserita in un contesto di commedia slapstick molto simile a quelle di Bud Spencer & Terence Hill. L'attore ha più volte sottolineato come il suo più grande ispiratore fosse stato Buster Keaton, il capostipite del genere.
  • I titoli di coda della stragrande maggioranza dei suoi film contengono i video degli errori e degli stunt eseguiti male. Fondamentali sia perché fanno ridere in stile Paperissima, sia perché sono la dimostrazione di quanto ci sia di vero in quello che abbiamo appena visto a schermo.
  • I suoi personaggi non sono eroi, ma simpatici guasconi contraddistinti da buonismo e positività che sprizzano da tutti i pori. Sganassoni sì, ma a fin di bene.

I dolori del giovane Jackie
Dal momento che si espone in prima persona a fare gli stunt più pericolosi, non c'è stato film in cui non si sia fratturato naso (tre volte), gambe, mani, costole, caviglie e chi più ne ha, più ne metta. Più di una volta ha rischiato la vita a causa di stunt andati non male, ma malissimo: in Police Story si è quasi fracassato la spina dorsale (danneggiate la settima e l'ottava vertebra) calandosi da un palo di un centro commerciale, mentre si spellava tutte le mani e rischiava la folgorazione con ustioni di terzo grado; in Armour of God, inedito in Italia, si è perforato il cranio cadendo da un albero (c'ha tutt'ora un buco così nel cranio, protetto da una placca di plastica. Fra l'altro, da quel lato l'orecchio ha perso parte dell'udito); in Project A ha rifatto più volte la scena di una caduta di quasi venti metri perché era venuta male, per giunta nell'ultima ripresa, quella buona, si è quasi spaccato il collo. A detta sua, lo stunt che però più gli ha provocato dolore è stato nel 1973 quando inavvertitamente Bruce Lee gli ha spatasciato un nunchaku in faccia. Non so voi, ma io sono fondamentalmente d'accordo con questa dichiarazione di Jackie. Immaginatevi quel mezzo bastone di legno (o di metallo, non so) che vi si spiaccica sul grugno. Io probabilmente avrei smesso di recitare arti marziali in quel nanosecondo mentre avrei smadonnato in ostrogoto stretto e riempito Bruce Lee di insulti così gravi da meritarmi la cacciata dai set di tutto il mondo: grande plauso all'abnegazione di Jackie, ordunque! Se poi volessimo snocciolare il suo bollettino medico, aggiungiamo pure: in Drunken Master ha quasi perso un occhio quando si è sfondato l'arcata sopraccigliare; in Il serpente all'ombra dell'aquila ha perso un dente e si è tagliato in braccio con una spada che avrebbe dovuto avere la lama non tagliente (fra l'altro non sono state interrotte le riprese: l'urlo di dolore di Jackie è reale!); in Il ventaglio bianco è rimasto soffocato con un colpo alla gola; in Drangon Lord (inedito in Italia) si è devastato il mento, la qual cosa gli ha pure reso difficile recitare correttamente le battute a copione; in Armour of God II: Operation Condor si è lussato lo sterno (!) cadendo da una catena penzolante su cui era appeso (sì, anch'io apprendo ora che è possibile sgnogarsi lo sterno - è l'ammissione di Jackie Chan stesso); in SuperCop si è fratturato uno zigomo; in City Hunter ha detto addio per un po' alla scapola+spalla; in Crime Story si è stortato entrambe le gambe, essendo rimaste in mezzo a due auto che si scontravano frontalmente; in Terremoto nel Bronx, lanciandosi da un ponte su un hovercraft si è spaccato il piede destro e ha passato il resto delle riprese con la gamba semi ingessata e un calzino con su dipinta la forma della scarpa per dissimulare il tutto (fantastico! Vedere i titoli di coda per credere). Bell'elenco vero? Beh, è tutto reale, e raccontato da Jackie nella sua autobiografia, più volte citata in questo articolo.
Stile dell'ubriaco, Drunken Master
Al di là di queste esperienze estreme, tanto per farvi capire lo stile di Jackie, eccovi un esempio illuminante: nel film Terremoto nel Bronx si vede l'attore che salta da un tetto di un palazzo al balcone di un secondo palazzo di fronte al primo. Non so quanti piani fossero, ma direi tanti, pure troppi. Nei titoli di coda si vede chiaramente che il salto è FOTTUTAMENTE REALE ed è eseguito senza cavi di protezione o altri ausilii. E senza che l'attore avesse una visione chiara del punto di atterraggio. Se Jackie avesse sbagliato, si sarebbe sfracellato da qualche parte o al limite, con un colpo di culo, sul materassone posto tipo 10 piani più sotto (lo spero io per lui che ci fosse, perché negli out-take finali questo materasso mica si vede). Un pazzo? Sicuramente sì. Ma meritevole di tutta la mia stima!

Un po' di carriera, tanto per snocciolare dei titoli fichissimi
Ripercorrendo in breve la sua carriera, citiamo il fatto che più volte abbia cercato di sfondare negli USA: d'altronde, si sa, se aspiri al successo planetario, spesso la tua strada deve passare dal botteghino americano. Nei film Cannonball Run - La corsa più pazza d'America 1 e 2 (1981 e 1984) Jackie interpreta un partecipante alla gara, lo sfigato giapponese (!) a cui capita di tutto mentre guida una sfolgorante Subaru-Baracca tristemente spacciata per una Mitsubishi. Purtroppo per lui, quei film si rivelano dei flop colossali. A me ai tempi erano piaciuti, ma non dite in giro che sono troppo di bocca buona.
In patria Jackie macinava comunque un successo dietro l'altro: Project A - Operazione pirati, Il mistero del Conte Lobos (contenente, a detta di molti, uno dei combattimenti finali più tosti della storia del cinema; io dissento parzialmente perché questo riconoscimento lo rivendica a mio avviso Drunken Master II), la serie di Police Story (da noi è arrivato per primo il terzo della serie col titolo Supercop), Drunken Master II e... Terremoto nel Bronx, nel 1995.

Police Story I
Ecco. Proprio con questo film arriva, finalmente, oltre un decennio dopo, il primo vero grande successo negli USA. Produzione assolutamente di Hong Kong, ma girato ed ambientato a New York. Il successo è ampiamente meritato, perché Terremoto nel Bronx, arrivato incredibilmente al cinema anche in Italia (e io c'ero! Anche se in sala eravamo tipo in cinque), è la summa di tutto il Jackie-pensiero, per non parlare del fatto che il Nostro in quegli anni fosse assolutamente al top della forma fisica: uno splendido quarantenne anzichenò! Azione a manetta, stunt fantastici, combattimenti divertentissimi, storia semplice e carina da risultare godibilissima. 90 minuti di vera evasione. Sono indeciso se considerarlo il mio preferito in assoluto,  sicuramente rientra nella Mia Top 5.
Promo di Rush Hour 3
Da questo film in poi, arriva un filotto di altri successi quali Mr. Nice Guy, First Strike (in patria Police Story IV: First Strike), Senza nome e senza regole e... Rush Hour - Due mine vaganti, nel 1998. Con Rush Hour arriva la definitiva consacrazione, il record di incassi e la meritata stella sulla Walk of Fame a Hollywood. Peccato che quella di Rush Hour non sia la serie preferita di Jackie Chan, che afferma di non comprendere appieno l'humour americano. Lasciatemi dire che la coppia Jackie Chan - Chris Tucker è stata fenomenale, superata a mio avviso soltanto da Jackie Chan - Owen Wilson in Pallottole Cinesi e relativo seguito.
Escludendo i seguiti di film già citati, tutti di successo (Colpo grosso al Drago Rosso - Rush Hour 2 incassa più di 300 milioni di dollari!), arrivano altri film come Il Giro del mondo in 80 giorniRob-B-Hood  e L'impero Proibito, del 2008, film che finalmente vede recitare insieme Jackie Chan e Jet Li: il sogno di tanti fan, arrivato forse un po' troppo tardi per evidenti limiti di età di entrambi gli attori. E peccato per il massiccio uso di effetti speciali e di cavi, che aborro (ve l'ho già detto?).
Proprio l'età che avanza fa sì che le ultime produzioni di Jackie, per ovvii motivi, si focalizzino più sulla commedia che sull'action. Ricordo ancora quanto rimasi inorridito al cinema con Pallottole Cinesi quando ho visto per la prima volta uno stunt di Jackie eseguito non in brevissimo piano sequenza ma con un evidente stacco di scena al momento dell'atterraggio. Quello è stato il primo campanello d'allarme, segno evidente che l'età colpisce anche i più grandi iron man del '900. E purtroppo negli ultimi anni sono aumentati anche i film dimenticabili, per non dire proprio brutti (Lo smoking, The Medallion e Operazione Spy Sitter non hanno certo reso giustizia all'attore, lasciatemelo dire)
Accennavo prima che un marchio di fabbrica di Jackie è l'aver sempre interpretato la parte del personaggio positivo. Per mantenere fede a questa immagine e ai suoi valori, Jackie ha rinunciato a diverse parti di cattivi che hanno fatto la fortuna di altri attori: Arma Letale 4 (Jet Li prese il suo posto) e Demolition Man (sostituito da Wesley Snipes) sono due casi emblematici. Rinunciò anche ad una parte di cattivo nel bellissimo Black Rain - Pioggia Sporca. Peccato? Sì e no. Senza queste scelte, Jackie non sarebbe quello che è oggi. Forse.
Proprio nel finale di carriera ha però fatto diverse eccezioni, per dimostrare di essere in grado di sostenere anche un ruolo drammatico. Non posso non citare La Vendetta del Dragone, osceno titolo italiano di Shinjuku Incident (2008), storia crepuscolare, cupa e opprimente sulla vita degli immigrati cinesi a Tokyo. Ricordo che vidi questo film ignaro di tutto ciò, e che la qual cosa mi causò uno shock non indifferente. Sì, sì, mi sono sentito un po' un bimbominkia americano, in quel frangente: mi aspettavo di vedere il solito Jackie fracassone e scanzonato - questa volta a Tokyo - e mi sono trovato un drammone sociale peraltro fatto molto bene. In Rob-B-Hood (2006) Chan interpreta un ladruncolo da strapazzo che, insieme a due complici, rapisce un bimbo di pochi mesi per conto della Triade... ovvio, il film è sempre commedia, il personaggio però non è tanto in linea con lo stile-Jackie! In New Police Story (2004), il quinto e ultimo capitolo dell'omonima fantastica serie, i toni si fanno più cupi e drammatici: il poliziotto protagonista, ultimo sopravvissuto della sua squadra, in preda ai sensi di colpa si dà all'alcoolismo spinto con tutti i problemi che la cosa provoca: non l'ubriacatura che rende comicamente invincibili come nei due Drunken Master, ma quella ubriacatura autodistruttiva e negativa da atmosfera quasi noir. Insomma, gli indizi per una svolta non da poco ci sono tutti. Il primo indizio di questa deriva, in ogni caso, lo si trova nel film Crime Story (1993) dove la farsa ha lasciato spazio ad azione ed un tocco di dramma. In quegli anni però Jackie non si era sentito ancora pronto per questa svolta, e in fase di montaggio aveva alleggerito notevolmente il clima teso del film.

Piccola aggiunta allo scritto originale del 2013: il 26 febbraio 2017 Jackie Chan riceve un meritatissimo Oscar alla carriera. Sempre tardivamente, ma alla fine arriva un riconoscimento per me dovuto e sacrosanto per come si è speso nel divulgare un certo tipo di cinema di azione, divertente, leggero, piacevole da guardare per tutti. 

I migliori stunt per cui Jackie Chan è famoso.
Ecco il succo dell'articolo, il vero motivo di tutto questo. Badiamo al sodo, parliamo di scene esageratamente folli, pericolose, fuori di testa e adrenaliniche! YouTube è infarcita di "Best of Jackie Chan Stunts", usate queste keywords per cercare le scene migliori. Anch'io stilo la mia personalissima Top 10. Ho cercato di evidenziare con un bel cerchietto il Nostro, nel caso in cui non fosse chiaro.

10) Sul cornicione! Un piccione? Mr. Nice Guy (Id., 1997) Piazzate una telecamera in cima ad un grattacielo ed aspettate. Vedrete comparire la crapa di Jackie Chan, e realizzerete con orrore che costui è sbucato da una finestra e che sta camminando su un cornicione profondo una ventina di centimetri scarsi. A centinaia di metri di altezza, senza cavi, senza reti di protezione, senza un cazzo di niente. Ecco.

9) Vuoi evitare un'auto che vola prima che ti decapiti? Volteggia! Armour of God (Id., 1987) Qui c'è un'intera scena che merita la menzione. E' la rissa in un magazzino che vede coinvolto Jackie contro degli sgherri e delle auto impazzite. A parte il fatto che si vede un'auto che prende in pieno un poveraccio (ah, questi film asiatici dove gli stuntman si immolano per la Causa!), ecco il clou della scena: Jackie si arrampica su una pila di scatoloni e riesce ad attaccarsi ad un tubo del soffitto. In quel momento, lanciata da una rampa, un'auto decolla pronta a colpirlo (!). Jackie esegue uno splendido volteggio stile trapezista e, in volo, con una scelta di tempo perfetta, evita per un soffio l'auto volante.

8) Come saltare la fila in un centro commerciale. Police Story (Id., 1985) Jackie è all'ultimo piano di un centro commerciale enorme, e i cattivi si trovano al piano terreno. Qual è il modo più veloce per raggiungerli? Aggrappandosi ad un palo e lasciarsi andare giù. Il tutto circondato da cavi della corrente, luci e teloni con atterraggio finale su un piano di VETRO. Scena citata nell'articolo principale: Jackie qui ha seriamente rischiato la vita.

7) Ecco come ti entro in stanza! Police Story 2 (Id., 1988) E' tutta una sequenza unica, folle e fantastica. Se volete entrare in un ufficio, mi raccomando, voi scegliete la via più comoda (entrando nell'atrio e prendendo l'ascensore). Jackie si è invece buttato giù da un edificio, atterrando su un bus in movimento; ha saltato qualche cartello orizzontale, giusto per non spatasciarsi, e si è gettato in volo contro la VETRATA (sì, vetro reale) sfondandola. E facendosi un male assurdo (vedere titoli di coda).

6) Motoretta BREM BREM! Armour of God II: Operation Condor (Id., 1992) Nella sua autobiografia, Jackie afferma che questo è il suo stunt preferito. Il Mito è su una motoretta da cross, inseguito da dei malviventi. La folle corsa finisce al molo del porto, dove c'è una gru su cui è appeso un bancale di merce, sorretto da una rete di corde. La moto schizza su una rampa e prende il volo; Jackie zompa in aria e acchiappa in aria la rete, mentre la moto rovina nel mare. Roba che solo Hiroshi può fare prima di trasformarsi in Jeeg.

5) Giù dalla torre dell'orologio! Project A - Operazione Pirati (Project A, 1983) Avete presente il Doc di Ritorno al Futuro appeso all'orologio della scuola? Ecco. Qui Jackie Chan, un anno prima, fa qualcosa di simile, ma in grande stile. L'altezza è maggiore, e lui cade giù di schianto. La caduta è attutita da dei teloni che, rompendosi, fanno da materasso. Peccato che Jackie abbia dovuto rifare la scena TRE volte perché la caduta finale era venuta male. Facendosi un male allucinante al collo nell'ultima caduta. Un pazzo.


4) Da un tetto al balcone! Terremoto nel Bronx (Rumble in the Bronx, 1995) Scena già citata nell'articolo. Il salto è davvero impressionante.


3) Turista fai da te? Ahi ahi ahi! SuperCop (Police Story 3: Super Cop, 1992) Siamo a Kuala Lumpur (Malesia) e c'è un elicottero che decolla. Jackie non trova niente di meglio da fare che non aggrapparsi alla scala di corda che ivi penzola. L'elicottero prende il volo e il Nostro resta appeso per tutta la durata del tragitto, mentre evita pinnacoli, si schianta su qualche tetto e man mano perde la presa fino a rimanere appeso all'ultimo gradino della scaletta. A centinaia di metri d'altezza, sottolineo. Nell'autobiografia è Jackie Chan stesso a spiegare il perché di questa folle decisione. Semplicemente, voleva dimostrarsi migliore di Michelle Yeoh, che nello stesso film aveva eseguito uno stunt difficilissimo (salto impossibile con moto e atterraggio su un treno in movimento). D'accordo con il regista, ha inserito questa scena che non era prevista nel copione e ha detto a Michelle: "Puppa!". E' andata così, sissignori.

2) Giù dalla scogliera! Armour of God (Id., 1987) Una delle scene più impressionanti che ho visto. Jackie si lancia nel vuoto da un dirupo e fa un volo a centinaia e centinaia di metri di altezza. Senza paracadute, riesce ad atterrare perfettamente su una mongolfiera che svolazza sotto di lui. In realtà la scena è stata costruita in due riprese: nella prima, con inquadratura dal basso, Jackie si lancia da un burrone legato ad un cavo. Successivamente è salito su un aereo, e ha completato la seconda ripresa con l'atterraggio sulla mongolfiera. La resa finale è comunque impressionante, anche se qui c'è stato un minimo di lavorazione e, diciamo così, finzione nello stunt.

1) Giù dalla parete vetrata! Senza nome e senza regole (Who am I?, 1998) Io soffro di vertigini, ergo questa è una delle scene che più mi ha fatto star male. Semplicemente, Jackie si getta dal tetto di un palazzo vetrato con la parete in pendenza, ed inizia ora a scivolare ora a correre sulla parete mentre cade giù. Il tutto mentre le telecamere riprendono la folle caduta da più angolature. La caduta si arresta alla fine dello scivolo: Jackie frena bruscamente sul bordo, dove si vede chiaramente il vuoto sotto di lui. PANICO TOTALE. Mi sudano ancora le mani mentre sto scrivendo.

Questo è il palazzo incriminato. Si trova a Rotterdam e si chiama Willemswerf Building.

Orrore e raccapriccio!
Jackie è da prendere così. E' fondamentalmente un tamarro buono, uno spaccone con il sorriso perennemente stampato su una faccia da schiaffi. Uno che passa indifferente da film terribilmente spettacolari a flop tragici e ignobilmente kitsch. Mi riferisco per esempio a City Hunter - Il film (1993), film entrato nella leggenda per il suo essere spaventosamente trash e dove l'anarchia di trama e di regia regnava sovrana. Il risultato è stato talmente orrendo che Jackie Chan stesso disconosce ogni paternità sull'opera, marcandolo come errore che avrebbe voluto evitare. Ricordo però che John Woo, non certo una persona qualunque, in visita al set, raccontò di essere rimasto sconvolto nel vedere il regista scazzato su una sedia a scapperottarsi mentre Jackie giocava con una telecamera attaccata ad una gru, con il cast che stava recitando una scena particolarmente concitata.
Ecco, queste cose potevano accadere solo nella Hong Kong dei primi anni '90.

Ed è anche protagonista involontario di un meme su Internet!

Grande Jackie e lunga vita!

Elenco dei film di Jackie Chan recensiti su Quello che gli altri non vedono (in costante aggiornamento):
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